Napoli, vittoria con brivido Rischio rimonta a Empoli

Tabù sfatato, ma aveva 3 gol di vantaggio. Sarri: «Che schifo giocare alle 12. La lega non ha tutelato la Roma»

Napoli, vittoria con brivido Rischio rimonta a Empoli

A Empoli s'è visto il vero Napoli. Padrone del campo, insuperabile nel palleggio e nel possesso palla, imprendibile quando il tridente dei bassotti riparte in velocità, implacabile in attacco, a maggior ragione il più prolifico del campionato. È durato un tempo, però. Nella ripresa spazio al fratello brutto: presuntuoso, incapace di gestire il risultato, insicuro e goffo in fase passiva. Come era accaduto con il Real: bello e impossibile, poi distratto e vulnerabile. Ecco, questo è il vero Napoli, squadra bifronte che spreca quei punti che oggi raccontano il distacco dalla vetta.

A Empoli è andata bene: partita in fotocopia come contro Sassuolo, Lazio, Palermo, Pescara e Genoa. È cambiato il risultato per fortuna degli azzurri con la quinta vittoria di fila in trasferta e il tabù Castellani sfatato. Tre punti per tenere a distanza di sicurezza chi insegue e sogna la zona Champions, se si guarda il bicchiere mezzo pieno. Al contrario: il Napoli conferma di non possedere la mentalità e la continuità per essere al posto della Juventus. Una differenza abissale tra il primo e il secondo tempo, ottimamente giocata la prima parte con verticalizzazioni continue, Mertens e Insigne trottole impossibili da contenere, Jorginho a dettare legge e ritmi fin quando è stato sorretto dal fiato. Nonostante il rigore sbagliato all'inizio di Mertens (Damato ne ha concessi tre, tutti avallati dal giudizio della moviola), il Napoli ha dato l'impressione di poter far male quando e come avrebbe voluto. La prima volta che Insigne si è affacciato in area ha fatto secco Skorupski con un destro ravvicinato, Mertens si è fatto perdonare con una punizione capolavoro e Lorenzinho ha fatto tris dagli undici metri.

Tutto bello, tutto liscio. Questo Napoli però è rimasto negli spogliatoi. Quello che è rientrato in campo è stato inguardabile, stranamente prudente, capace di concedere due reti al peggior attacco del torneo. Su due calci piazzati, d'accordo, che però sono pur sempre figli di errate giocate difensive. Intorno al 70' l'Empoli ha iniziato a crederci, svegliato dalla punizione di El Kaddouri e dal penalty letteralmente regalato da Ghoulam. Nei venti minuti finali hanno preso coraggio i toscani e ha fatto un certo effetto vedere il Napoli compresso nella propria metà campo, incapace di gestire le ripartenze, stanco in alcune sue pedine-simbolo come Callejon e Hamsik.

La differenza di valori tecnici e l'ottima prestazione della coppia centrale hanno salvato il salvabile, cioè i tre punti. Chiriches non ha permesso a nessuno di entrare dalla porta principale e Albiol s'è calato perfettamente nella parte: palla in tribuna quando c'era da spazzare. Complice l'errore imperdonabile sotto rete di Maccarone nel finale, il Napoli torna a casa con tre punti ma con le solite lacune da colmare. Il nemico per Sarri sono orario e calendario («mi fa schifo giocare a mezzogiorno. Chi è impegnato in Europa non viene tutelato nel calendario dalla Lega calcio e la Roma ne sa qualcosa») ma è un modo per blindare la squadra, che comunque per la prima volta nella storia ha espugnato il Castellani e messo insieme cinque vittorie consecutive in trasferta.

Hamsik invece, da buon capitano, è tra quelli rientrati nello spogliatoio imprecando più che esultando: «Così non si va da nessuna parte. Dobbiamo parlare tra di noi perché non possiamo regalare un tempo all'avversario». Ieri era l'Empoli ma dopo la sosta si chiamerà Juventus. Per due volte in appena tre giorni.

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