Dodici giorni al Giro d'Italia, ma oggi Vincenzo Nibali sarà sulle strade della Doyenne, la decana delle classiche, la Liegi-Bastogne-Liegi che manderà in archivio anche per quest'anno i grandi appuntamenti del Nord.
Dodici giorni al Giro d'Italia e almeno un motivo per Vincenzo Nibali di sorridere. Di ritorno dal Tour of the Alps dove non si è risparmiato a correre e rincorrere i giovanotti del Team Sky (vittoria del russo Pavel Sivakov, e ottimo secondo per il britannico Tao Geoghegan Hart), il siciliano si dice soddisfatto per il suo avvicinamento alla corsa rosa. «Dopo quindici giorni sul Teide in altura, il Tour of the Alps è stata la mia prima corsa ha spiegato il 34enne corridore siciliano che ha chiuso sul podio -. Volevo correre, avevo il desiderio di misurarmi per ritrovare il ritmo e devo dire che le cose sono andate come previsto. Avrei preferito vincere anche una tappa, ma va bene così: tutto sommato, mi sono divertito».
La Liegi è la Liegi. È un Monumento appena sfiorato (2° nel 2012) dal fuoriclasse italiano che in carriera oltre ai due Giri, il Tour e la Vuelta, conta anche due Lombardia e una Sanremo. «Troverò gente che è al massimo della condizione spiega Nibali e in queste settimane ha raccolto risultati importanti. Alaphilippe e Fuglsang, autentici protagonisti di questa primavera, sono sicuramente gli indiziati numeri uno per il successo finale».
In testa ha Bologna, da dove l'11 maggio scatterà la corsa rosa, prossimo obiettivo per il siciliano. Vincenzo insegue un sogno rosa, che significherebbe tris. Ma non solo, se il siciliano riuscisse nell'impresa, quella di vincere a 34 anni, 6 mesi e 19 giorni, potrebbe diventare il vincitore più vecchio della corsa rosa, superando quel Fiorenzo Magni che nel 1955 a 34 anni, 5 mesi e 29 giorni, realizzò un fenomenale tris.
La Doyenne ha un vecchio re: Eddy Merckx. Il Cannibale di Liegi ne ha vinte cinque, nessuno come lui. Appena sotto, il nostro Moreno Argentin, a quota quattro, così come il murciano Alejandro Valverde che oggi ha la possibilità di raggiungere il fuoriclasse belga.
La Doyenne cambia il finale: si arriva nel cuore di Liegi, non più sulla côtes spezzagambe posta alla periferia di Ans. Lungo i 256 chilometri in programma, i corridori dovranno affrontare undici côtes, quasi tutte poste nella seconda metà della corsa. Il trampolino di lancio è posto a 15 km dal traguardo, sulla Côte de la Roche-aux-Faucons (1km all'11%), ultima chance per gli scalatori che vogliono evitare un arrivo a ranghi ristretti.
L'Italia del pedale, che non vince dal 2007 (con Danilo Di Luca) oltre a Nibali, schiera il vincitore del Giro Fiandre Alberto Bettiol.
Con loro Davide Formolo, Enrico Gasparotto, Alessandro De Marchi e Diego Ulissi, buon terzo mercoledì scorso alla Freccia Vallone, neanche a dirlo alle spalle di Alaphilippe e Fuglsang.Tv: Rai Sport e Eurosport dalle 14.00.
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