Sport

No, è una violenza a un "luogo di culto"

Se vogliono, vadano a costruire altrove E lascino il Meazza ad altri eventi

No, è una violenza a un "luogo di culto"

P eppin Meazza era il folber. Quaranta anni fa, su questo Giornale e con quel titolo, Gianni Brera celebrava la scomparsa di uno dei più grandi del football italiano. A Giuseppe Meazza, nel marzo dell'Ottanta, venne intitolato lo stadio di San Siro. Non è più il tempo del folber. Nemmeno di San Siro. Lo stadio va abbattuto, così come va cancellato il nome del campione di Ambrosiana Inter e Milano. Non è un insulto. Non è una provocazione. E' semplicemente violenza, anzi, come direbbe Diego Abatantuono, viuuulenza. L'idea o proposta, messa in circolo da figure e figuri non meglio identificati, è un gesto volgare contro la storia della città, delle due squadre, Inter e Milan, dell'intera narrazione che individua nello stadio milanese, definito anche la Scala del calcio, il simbolo di un'epoca grandiosa, a livello nazionale e internazionale.

San Siro come il Duomo, la Madonnina, come il tempio della lirica, come l'Arco della Pace, non soltanto uno stadio per il pallone ma il teatro dei sogni e delle imprese, il luogo di culto laico per qualunque atleta che aspiri a diventare calciatore e campione, gloriosa stazione di passaggio anche per gli avversari.

Wembley, a Londra, è stato smantellato assieme alle torri imperiali ma lo stadio è rimasto nello stesso sito, la tradizione è stata rispettata comunque, onorando le moderne esigenze. Il Comunale di Torino è diventato Grande Torino ma, ridimensionato nella capienza e ristrutturato per i Giochi Invernali, è rimasto sempre nello stesso posto, al civico 96/B di via Filadelfia. Roma sogna un nuovo stadio ma non pensa di abbattere l'Olimpico.

Il Meazza San Siro non può, non deve essere demolito. Vadano altrove le ruspe, i caterpillar, gli architetti e gli ingegneri, scavino a Rho o a Segrate, aprano i loro cantieri in zone impreviste ma si tengano alla larga dal monumento che può essere utilizzato, come già avviene, per altri eventi, religiosi, di spettacolo.

Perché, allora, non costruire una nuova Scala? Perché non edificare un altro Duomo con una nuova e sfavillante Madonnina collegata in wi-fi con San Pietro e il Vaticano? Perchè non cambiare nome anche alla città? A questo punto potrei proporre anche l'abolizione del 9 dicembre, giorno dedicato a San Siro, vescovo di Pavia. Si cambi la data o si cambi il nome del santo.

E giù le mani da Peppin Meazza che era, è e sempre sarà, Il Folber.

Commenti