Firenze Ventura alza l'asticella. Ma lui è fatto così, non ha paura di mettere la faccia al vento. La domanda è stimolante, perché tirarsi indietro? E' più facile che la Juve elimini il Barcellona o che l'Italia passi in Spagna il 2 settembre? «E' fattibile per entrambi, anche se è difficile. C'è autostima in tutte e due le situazioni. Niente ce lo preclude. Certo se ci vai col 60 per cento di condizione è un conto, ma se ti presenti al 95...».
Il Ct è convinto, coltiva buone sensazioni. Il lavoro sta lievitando: «Se andremo ai Mondiali, sono certo che l'Italia sarà una delle squadre rivelazione: i nostri giovani hanno fame, sono desiderosi di conoscenze». Ma sa bene che con i se non si va molto lontano. Meglio pensare all'Albania, venerdì prossimo a Palermo: «Ritrovo un gruppo dopo tre mesi - spiega -, alcuni sono migliorati, altri hanno incontrato difficoltà fisiche. Non ci sono paure, ma il risultato con l'Albania è molto importante per poi andare a giocare a settembre in Spagna. L'unica cosa che mi preoccupa è la salute, intesa come condizione dei miei giocatori: ho perso Florenzi, Bonaventura, Barzagli, Chiellini, Gabbiadini, Marchisio e Verratti a fasi alterne. Con Chiellini e Marchisio ho concordato che prima dovranno recuperare il miglior stato per tornare protagonisti».
Ventura dovrà anche tenere sempre sotto controllo la situazione dei vecchi, come Buffon, Barzagli e De Rossi: «Per questo - ha detto il Ct - Donnarumma dovrà giocare un paio di partite, così come Rugani. Ma sempre seguendo una logica, senza andare allo sbaraglio. Così potranno entrare in modo indolore in vista della Spagna. Nell'amichevole con San Marino giocheranno quelli dello stage. Petagna e Spinazzola, ad esempio, provengono da quella esperienza e adesso sono qui. D'Ambrosio l'ho convocato perché pur avendo già 28 anni è un segnale: chi fa bene in campionato può venire qui».
Ha evitato nuove polemiche circa l'inizio anticipato del campionato: «L'ho detto per il bene del calcio
italiano, non dipende da me». E sui colleghi particolarmente nervosi è stato saggio: «In questo momento il campionato vive il suo frangente più delicato, cose che possono succedere. Accadevano anche ai tempi di Mourinho».
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