Noia, potere e soldi Com'è dura la vita di Lady campione

Manager, esigenti, capricciose, spendaccione e insoddisfatte. La signora Bryant: "Sposate solo i vincenti sennò è l’inferno"

Noia, potere e soldi Com'è dura la vita di Lady campione

E allora diciamolo: son proprio sacrifici. Soprattutto se il marito nei prossimi due anni incasserà 58 milioni di dollari dai Los Angeles Lakers e di nome fa Kobe Bryant. Per carità, la signora Vanessa, moglie da 11 anni, ne ha passate di ogni, tra le (di lui) confessioni pubbliche di tradimento con una cameriera per salvarsi da un'accusa di stupro e scappatelle varie (sempre di lui) che hanno portato (lei) sull'orlo del divorzio. Ma poi il Black Mamba del basket Nba, è sempre lì, nella stessa dolce casa, per cui è chiaro «che non avrei mai sposato uno che non può vincere il titolo: con tutti i sacrifici che fa fare a me e alle nostre due figlie, il minimo è che questo possa capitare ogni anno». Poverina.
Insomma: casalinghe di tutto il mondo sappiate che se vostro marito è un po' troppo impegnato, avete tutto il diritto di pretendere da lui un assegno mensile che sia almeno a sei zeri. Anche perché la signora Vanessa ha pure spiegato nell'intervista rilasciata al New York Magazine che quando era giovane i soldi le servivano per acquistare le agognate borse di Chanel o Birkin, «ma siccome adesso le comprano tutte preferisco le Proenza Shouler». Robe che se vai su internet te le accompagnano con un «meglio non sapere quanto costano, sognatele e basta». Poverina.

Mogli dei campioni, ahiloro: è proprio una professione difficile. E se anche poi la signora Bryant si è affrettata a rigirare la frittata una volta fatta - «Sono stata fraintesa, volevo solo sottolineare la fiducia verso le qualità di mio marito. E poi ho accettato di sposarlo prima che vincesse i suoi cinque titoli Nba» (poverina) -, il campionario è vasto e antico, quanto la Dama Bianca di Fausto Coppi - Giulia Occhini - che (così come la prima moglie Bruna che qualcuno chiamava «la tiranna») i tifosi del Campionissimo vedevano come il fumo negli occhi. Erano altri tempi, altri scandali: oggi le signore degli sportivi fanno quantomeno le manager, come Mirka Vavrinec (ovvero l'onnipresente Lady Federer che dalla tribuna accompagna la leggenda del marito con uno sguardo di quelli da non tornare a casa dopo una sconfitta) o Helena Seger, che - ben undici anni più vecchia - s'è presa il suo Zlatan in tempo per farlo diventare Ibrahimovic passando di città in città. Per carità: forse è vero che Ibra e signora avrebbero voluto rimanere a Milano, di sicuro però Helena a Parigi saprà già come orientarsi in Rue de Rivoli. Così come Montenapo è una nostalgia inconsolabile per Georgette, che costringe periodicamente Samuel Eto'o alla scampagnata da Mosca (e ritorno) per acquistare quelle cosucce di cui il suo armadio non può proprio fare a meno.

Il calcio, poi, è la fucina delle Wags - ovvero l'inglese «wife and girlfriend» - e Mario Balotelli sa sicuramente cosa vuol dire avere come ex (pure incinta) una come Raffaella Fico: d'altro canto è tutto quotidianamente sui giornali e lei di certo non si fa negare. Poi c'è twitter, il megafono moderno dal quale le signore dello sport a volte si lasciano andare. A Napoli, per esempio, ancora si ricordano quando venne rubato il Rolex dal polso di Yanina Screpante, ovvero la signorina Lavezzi: «Città di m... - tuonò la suddetta - da qui ce ne dobbiamo andare», mentre le mogli di Cavani e Hamsik, a loro volta scippate in città di orologio e Bmw, preferirono mantenere il profilo basso. Risultato: Yanina si è scusata, ma Ezequiel ora gioca a Parigi.

È rimasta invece nella sua bella villa sul mare di Sandbanks la signora Redknapp, ovvero quella che avrebbe dovuto essere la moglie del nuovo ct inglese dopo Capello. Il problema però è che il manager dei bianchi per contratto si deve trasferire nello Staffordshire, ed ecco dunque che adesso i maestri del calcio si ritrovano in panchina Roy Hodgson, ovvero l'incrocio perfetto tra un allenatore e Mister Bean. Tutto da ridere.

Alla fine, però, consoliamoci uomini: c'è anche chi si ribella ai diktat delle consorti.

E siccome tempo fa un noto giornale sportivo titolava «la signora Van Persie ha scelto: Torino sì, Manchester assolutamente no», c'è da credere che sia stata lei alla fine a dover fare un sacrificio. Talmente grande che del contratto di 4 anni che lega Robin allo United ancora non si conosce la cifra esatta. Ma di sicuro una Proenza Shouler per Natale ci dovrebbe stare dentro.

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