Non piace a Conceiçao ma questo Milan va

Segna e non incassa. Sergio sul suo gioco: "Non sono un fan, mi adeguo. E sul futuro..."

Non piace a Conceiçao ma questo Milan va
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È un altro Milan quello di Venezia, cambia pelle e anche abitudini consolidate adesso che la stagione volge al desio. Per esempio, alla seconda sfida consecutiva, riesce a non incassare gol (rischiando grosso col Venezia), evento da segnalare nelle statistiche. Per esempio, per la prima volta, parte pancia a terra e a capo dei primi 5 minuti riesce a trovare lo sbocco per bucare la difesa di Di Francesco con il solito Pulisic (decimo sigillo in campionato di capitan America, 16mo stagionale), il migliore dei suoi. È un altro Milan poi nel finale quando riesce, in una sorta di miracolo, a scongelare il talento balistico di Santiago Gimenez. Suo il pallonetto che offre al successo del Milan una dimensione esagerata rispetto ai meriti calcistici.

Già perché tra i due lampi rossoneri, c'è stato solo e soltanto il Venezia. Spettacolare il gol di Yeboah dopo la mezz'ora ma annullato per un fuorigioco di rientro di Busio. A fine partita Eusebio Di Francesco si presenta davanti ai microfoni di Dazn per polemizzare con l'arbitro Manganiello a proposito del mancato rigore maturato a inizio della ripresa (collisione tra Pavlovic e Yeboah). «Il Milan non ha bisogno di questi aiutini, adesso mi girano» la sua espressione. In effetti è un episodio al limite giudicato dall'arbitro (senza intervento del var). L'altro conto in attivo del Milan si riferisce al sistema di gioco che sembra reggere. «Non sono un fan di questo modulo ma se funziona mi devo adeguare» il pensiero di Sergio Conceiçao. Se infatti è vero che il Venezia, con Yeboah, può metterlo spalle al muro, è anche vero che resa e disposizione strategica della difesa superano un'altra prova. Se brilla Pulisic, non vale lo stesso giudizio per Leao, Abraham, Theo Hernandez, Reijnders, lo stesso Fofana autore di molti errori nei passaggi. Segno questo che anche nei giorni di discutibile genio, il Milan può diventare cinico e concreto e presentarsi a meno 6 dal quarto. Chiusura con Gimenez, triste e sconsolato dopo alcuni errori, quasi depresso. Chissà che il gol di Venezia, pallonetto col sinistro sull'uscita di Radu, non gli cambi umore e condizione fisica. «Gli ho detto che deve pensare positivo» la notizia finale data dal tecnico portoghese.

Curiosa l'immagine finale del colloquio tra Ibra e il tecnico con lo stadio vuoto. Singolare anche la frase del portoghese sul suo futuro: «Fra un mese più o meno anch'io dirò cosa voglio». Che si può leggere anche così: non è detto che voglia rimanere

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