Coronavirus

Il nuovo protocollo: stop con il 35% di positivi

Ok dalla conferenza stato-regioni: niente mascherine durante l'attività

Il nuovo protocollo: stop con il 35% di positivi

Accordo confermato e sottoscritto: la conferenza stato-regioni di ieri ha messo il sigillo al nuovo protocollo per regolare l'attività degli sport di squadra e contestualmente l'intervento delle singole asl in epoca covid. Queste ultime non potranno più viaggiare in modo autonomo come è accaduto l'anno scorso con Juve-Napoli e il 6 gennaio, alla ripresa del campionato di serie A. Il documento, approntato in fretta e furia dalla Lega milanese per evitare il moltiplicarsi delle partite saltate, che imponeva un minimo di 13 calciatori utilizzabili compreso un portiere, è stato ufficialmente rimesso in un cassetto. E al numero minimo indispensabile per rendere possibile la disputa della partita, è stata sostituita la percentuale del 35% della rosa squadra (fissata a 25 elementi per la serie A, esclusi i primavera) così da comprendere nel provvedimento anche gli altri sport di squadra, basket e volley, rimasti prima a guardare. nel giorno in cui Fiorentina e Roma annunciano una nuova positività così come il Torino messo in quarantena attiva (i giocatori possono uscire per lavorare, cioè giocare e allenarsi) dall'Asl di riferimento.

I punti del documento - che domani sarà sottoposto al timbro di ceralacca del Cts, il comitato tecnico scientifico - sono essenzialmente questi. Il blocco di una squadra potrà avvenire se il numero dei contagi all'interno del gruppo atleti sarà superiore al 35% dei suoi componenti; in questo caso scatterà l'isolamento per i positivi e test continui per 5 giorni per i contatti ad alto rischio, con obbligo di indossare la mascherina ffp2 se non si effettua attività sportiva; per chi ha già ricevuto il booster vale l'autosorveglianza. Inoltre, altro passaggio del nuovo protocollo, «è necessario prevedere per la sorveglianza del gruppo squadra l'utilizzo di tamponi antigenici e/o molecolari, nel rispetto dei criteri definiti dal ministero della salute». Infine «va comunque effettuato un test antigenico con esito negativo 4 ore prima della gara». Con questa procedura alcuni club di serie A hanno già adottato provvedimenti di natura organizzativa interna. Il Milan, ad esempio, non pubblicherà più l'elenco dei calciatori convocati. Di conseguenza gli eventuali spettatori (da domenica si passa alla capienza di 5 mila) dovranno scoprire allo stadio disponibili e non. Motivazione del club: semplificare le procedure. La conseguenza pratica: la comunicazione sarà monca.

L'accordo è stato salutato dalla fanfara della politica (il ministro Gelmini e la sottosegretaria Vezzali) e dalla soddisfazione di Gravina, presidente della Federcalcio. «Auspico - ha aggiunto - che il Cts riconosca l'impegno e gli sforzi quotidiani del nostro movimento per la tutela della salute».

Con il Cts meglio essere prudenti, non si sa mai.

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