di Tony Damascelli
Oggi De Ligt, ieri Ramsey che segue Rabiot che viene dopo Demiral, che si aggiunge a Buffon, che riguarda Sarri, senza dimenticare Higuain. Ma che Juventus è mai questa, messa assieme da Agnelli&Paratici&Nedved? Che cosa intende fare, dopo tutto quello che ha già fatto in questi ultimi otto anni di serie A e non soltanto? Dove vuole arrivare, in Italia e nel resto del mondo del football? Prende corpo un gruppo colossale che dovrà però diventare squadra, perché i cognomi non bastano, servono a narrare la cronaca ma non scrivono la storia. E di questo la Juventus ha sempre bisogno, come aveva per primo detto Agnelli Edoardo, nonno di Andrea e padre di Gianni e Umberto, fra gli altri della dinastia, quando prese l'incarico di presidente del club nel luglio del Ventitré: «Vi sono grato di avere accolto come un onore la mia presidenza ma spero di non deludervi se vi confesso che non ho alcuna intenzione di considerarla onorifica Dobbiamo impegnarci a far bene ma ricordandoci che una cosa fatta bene può essere fatta meglio». I fatti hanno ribadito l'impegno, la Juventus continua a fare meglio, ha immagine internazionale, è quotata in Borsa e deve rispettare il bilancio, come ha saputo fare in questo ultimo ventennio, dall'avvio della gestione di Umberto Agnelli, con Antonio Giraudo amministratore delegato. Oggi i conti sono chiari e l'esposizione è pesante, il titolo azionario ha preso forza con l'investimento su Ronaldo e con l'arrivo di altre figure di primo rilievo. L'azionista FCA ha sfruttato, con la sponsorizzazione di un proprio prodotto, l'affare Cristiano ma non intende aggiungere altri denari e questo è abbastanza singolare per non dire grave, come se l'azionista di riferimento non si sentisse coinvolto nelle vicende finanziarie juventine. E così tocca ad Andrea Agnelli sostenere l'urto, a Paratici e Nedved di trovare le soluzioni di mercato in uscita per ridare ossigeno ai conti.
La squadra corre veloce su un altro binario, non può essere certo interessata dai problemi finanziari ma è certo che la Juventus sa di dover essere prima non soltanto nella classifica del campo ma in quella di una saggia gestione. Come ha saputo fare in questi ultimi vent'anni e che oggi, ancora di più, ha l'obbligo di fare, evitando il precipizio di altri club illustri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.