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Ogni 3 minuti un bimbo perde la vita

Il presidente Purcaro: «Troppi errori umani, la tecnologia corre in aiuto»

Roberta Pasero

Roma Centodiecimila bambini under 15 ogni anno muoiono sulle strade del mondo. Come se Vicenza o Bristol si spopolassero. Ogni 3 minuti un bambino è vittima della strada. Sono 20 bambini all'ora, 500 al giorno, 3500 alla settimana,15.500 al mese. Come se ogni 30 giorni affondassero otto grandi navi passeggeri. È un bollettino di guerra quello che racconta il Rapporto Dekra sulla sicurezza stradale, nel 2019 dedicato ai «Bambini sulle strade» e che, dopo la presentazione a Roma, andrà ai governi di 55 Paesi e alle Nazioni Unite. Numeri glaciali che parlano di vite spezzate. Di disperazione. Di sensi di colpa. Di vittime e colpevoli, a volte involontari.

«C'è una riduzione del 50% dei morti rispetto al 1990, ma il numero è ancora troppo elevato. Metà perde la vita a bordo di veicoli, metà a piedi o in bicicletta. L'errore umano è la prima causa, ma la tecnologia attiva e passiva delle auto è un importante salvavita», spiega Toni Purcaro (nella foto), presidente di Dekra Italia e responsabile della regione Central East Europe & Middle East del gruppo tedesco da sempre in prima linea per la sicurezza stradale. «Come il sistema di frenata assistita, obbligatorio in Europa dal 2022, e che può salvare 1.000 bambini ogni anno. Infatti, il tempo di reazione di un automobilista attento è tra 0,8 e 1 secondo, mentre i sistemi di assistenza alla frenata impiegano tra 0,2 e 0,7 secondi anche con buio e clima avverso. Come il design dell'auto che deve prevedere paraurti ad assorbimento energetico, cofani deformanti per attutire i corpi, visibilità a 360 gradi con telecamere che consentano di vedere anche in condizioni estreme».

Bambini resi un po' meno vulnerabili dalla recente legge che obbliga l'utilizzo di seggiolini con dispositivi antiabbandono, ma che sulle strade sono in balia del pericolo. «Parliamo di incidenti in cui loro hanno pochissime responsabilità. Ma l'utilizzo della strada, nata per le auto, è cambiato completamente e oggi è condiviso da ciclisti, motociclisti, pedoni e da chi usa i nuovi strumenti di mobilità sostenibile come il monopattino elettrico», afferma il prefetto Roberto Sgalla. «E non basta vivere alla giornata: un giorno si fa una corsia, un giorno una ciclovia, senza un progetto globale». Secondo il Rapporto Dekra è attorno alle scuole che gli under 15 sono più in pericolo perché non esiste una mobilità stradale a misura loro: «Per questo, nel progetto di legge di modifica del Codice della strada è prevista la cosiddetta zona scolastica per arrivare a una nuova concezione degli spazi, plasmata non più sulle esigenze dei veicoli, ma dell'uomo», anticipa Roberto Traversi, sottosegretario ai Trasporti. Sempre che i genitori li educhino al pericolo.

Prevenire gli incidenti vuol dire anche sensibilizzare i bambini alla sicurezza stradale.

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