Le Olimpiadi della rinascita aprono a tifosi e... trans

Non più di 10mila spettatori per ogni evento. E la pesista neozelandese Hubbard segna la svolta

Le Olimpiadi della rinascita aprono a tifosi e... trans

Fare delle Olimpiadi della libertà vigilata quelle dell'apertura e della rinascita? A Tokyo hanno questo obiettivo e con tale spirito che una decisione è stata presa. Il pubblico giapponese ci sarà, mentre come è noto gli stranieri dovranno godersi lo spettacolo davanti ai teleschermi. L'ok è arrivato al termine di una riunione in cui erano presenti il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, e la ministra per lo Sport, Tamayo Marukawa.

Nel caso specifico, saranno ammessi massimo 10.000 spettatori agli eventi sportivi previsti nella rassegna a Cinque Cerchi. Limitazioni dovute a un contesto pandemico ancora ben presente, ma che negli ultimi giorni sta dando un po' di respiro, tenendo conto di una diffusione su larga scala del vaccino. Secondo gli ultimi dati il 7,24% della popolazione giapponese ha ricevuto le due dosi, pari a 9.154.518, mentre il 17.74% ha ricevuto almeno la prima dose (22.437.512). E dunque il Sol Levante apre le sue porte, più forte della riluttanza dell'opinione pubblica, per mettere in mostra un concetto chiaro: pari opportunità. Non è un caso che le atlete rappresenteranno il 49% del totale dei partecipanti ai Giochi, e il 40,5% alla manifestazione paralimpica.

Il CIO, fortemente impegnato a raggiungere la parità di genere, ha caldeggiato altresì il doppio portabandiera (uomo-donna) e di questa presa di posizione ha tenuto conto il CONI nella scelta di Elia Viviani e Jessica Rossi. Aperture che riguardano anche la sollevatrice di pesi neozelandese Laurel Hubbard, selezionata per far parte della squadra nazionale delle Olimpiadi, diventando la prima atleta transgender a gareggiare all'evento dopo che i requisiti di qualificazione sono stati modificati. Hubbard gareggerà nella categoria femminile di 87 kg. L'atleta 43enne aveva partecipato alle prove di sollevamento pesi maschile prima della transizione avvenuta nel 2013.

Giova ricordare che dal 2015 le nuove linee guida del Comitato Olimpico Internazionale consentono a qualsiasi atleta transgender di competere come

donna a condizione che i livelli di testosterone siano inferiori alla soglia richiesta per almeno 12 mesi prima delle gare. La paura del nemico invisibile, quindi, la si vuol vincere così: abbattendo i muri del pregiudizio.

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