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«Alle olimpiadi di Rio come a Guerre Stellari. E la forza sia con me»

Il campione del mondo del 1500 guiderà l'Italia del nuoto ai Giochi «Io capitano? Se la squadra vorrà. Essere il favorito mi carica»

«Alle olimpiadi di Rio come a Guerre Stellari. E la forza sia con me»

Gregorio Paltrinieri in una parola: la spensieratezza. Non lo spaventa nulla all'inizio del suo Anno, con la a maiuscola.

Guiderà la spedizione a Rio 2016, stella dell'Italia con Federica Pellegrini. Eppure non si scompone dall'alto del titolo mondiale di Kazan, del record del mondo in vasca corta in Israele. Le responsabilità lo esaltano. Il lavoro lo diverte. La cultura lo attrae. Non ha tatuaggi. A volte viene da chiedersi se davvero possa esistere uno così a 21 anni. Un fenomeno diventato grande in fretta. Un'Olimpiade a 17 anni, per provare l'effetto che fa. La prossima per vincere e basta. Da Londra a Rio si chiude un cerchio, se si guarda alle spalle cosa c'è?«Un percorso lungo, faticoso ma bello e pieno di soddisfazioni che valeva la pena affrontare».

Lo sa che nelle previsioni di medaglia tutti danno un solo oro sicuro il suo. Le aspettative possono diventare una zavorra?«Per adesso mi caricano e basta. Ma non voglio dar troppa importanza alle previsioni».Ha fatto il giro del mondo Dove ha capito di essere diventato grande?«Probabilmente con il bronzo ai mondiali di Barcellona 2013: mi ha dato consapevolezza delle mie possibilità». Gli ultimi mesi sono stati sotto i riflettori, da qui a Rio quale è il suo motto?«Concentrato sull'obiettivo finale».Cosa è disposto a fare per l'oro di Rio?«Beh un po' tutto. Sicuramente dare il massimo in allenamento e curare ogni aspetto della preparazione olimpica». Un oro lo festeggerebbe con un tatuaggio? Oppure?«No, i tatuaggi non mi piacciono. Per il resto, prima vorrei pensare a vincere...»

Chiuda gli occhi e si proietti alla finale dei 1500. Con o senza Sun Yang?«Preferirei decisamente con... Ma con o senza non mi farò condizionare».E a proposito di pressione dopo Kazan e il forfait in extremis del cinese, nulla può più spaventarla«Direi di sì. È stata una situazione complicata da gestire sul momento. Comunque ne ho fatto tesoro perché ci potranno sempre essere imprevisti e devo essere pronto per risolverli».Proprio il suo dualismo con Sun Yang ricorda altri duelli celebri. Da che parte sta e perché? Federer o Djokovic?«Djokovic perché è sempre stato un po' un outsider». Bryant o O'Neal?«Senza dubbi Bryant: è uno dei miei preferiti di sempre». Messi o Cristiano Ronaldo?«Voto Messi, semplicemente un fenomeno». Phelps o Thorpe?«Qui scelgo Thorpe perché è stato ed è il mio idolo».

Lo spettro del doping aleggia sempre. Ma la burocrazia complica davvero così tanto la vita di voi atleti?«No per niente. Il sistema dell'antidoping in Italia funziona molto bene. Io vengo controllato mensilmente sia in periodi di gara che non. La burocrazia è necessaria in questo caso».Spesso dice che rispetto a Londra ora siamo una vera squadra, cos'è cambiato?«Lo spirito di squadra si sente molto di più. Ci facciamo forza a vicenda. E in questi anni siamo riusciti anche a conoscerci meglio personalmente».Strano in uno sport individuale sentire parlare di gruppo, squadra. Dopo Rio è pronto a raccogliere il testimone di capitano da Magnini?«Beh se la squadra sarà d'accordo, per me sarà un onore».

Come si convive con l'obbligo di vincere?«Vincere non è un obbligo».Che non le mancasse la personalità lo si era capitato dal taglio da matricola esibito senza problemi Che tipo è Gregorio Paltrinieri?«Precisiamo che quel taglio mi era stato imposto... (con tanto di risata, ndr). Comunque sono un ragazzo semplice a cui piace divertirsi lavorando sodo per vincere».Gregorio diciamo che non è un nome tra i più in voga nella sua generazione. Da dove nasce?«Piaceva molto ai miei genitori».Se non fosse stato un nuotatore?«Architetto». Le propongo un giochino visto che divora le autobiografie dei fuoriclasse. Costruiamo il campione perfetto: la professionalità di...«Novak Djokovic». La classe di...«Ian Thorpe». Lo stile di...«Russell Westbrook». La forza di...«Rafa Nadal». Il talento di...«Michael Jordan». La cattiveria di...«Alberto Tomba». La testa di...«Kobe Bryant».

È appena stato negli Usa, ha visto finalmente la prima partita Nba dal vivo? Intanto è stato allo stadio dei Colts a spiare Tom Brady...«Tutto quello che è sport mi attira... Quelli americani in particolare. Purtroppo non ho ancora visto nessuna partita dal vivo dell'Nba, ma a febbraio potrò rimediare».Nell'ultima giornata della Serie A c'è stata Carpi-Juve, si è diviso a metà nel tifo?«Carpi è casa mia, ma la Juve è pur sempre la squadra del cuore... È stato emozionante».Sul comodino il libro di«The Notebook di Nicholas Sparks».In cucina non mancano mai...«Le lasagne!».

Vedrà Guerre Stellari? La forza sia con«Non sono un super fan, ma andrò a vederlo per curiosità... E spero che la forza possa essere anche un po' con me».Appassionato di storia dell'arte diciamo che i terroristi ne hanno distrutta un bel po'. Cosa ne pensa?«È difficile commentare in modo obiettivo la situazione attuale... Sicuramente le opere d'arte passano in secondo piano rispetto alle vite umane, ma è pur sempre un attacco al cuore e alle tradizioni dei popoli».A Parigi è nata la generazione Bataclan, perché nel mirino sono finiti i giovani, la musica e lo sport. Come vive questa situazione?«Penso solo che non bisogna farsi spaventare troppo, ma continuare a vivere la nostra vita e a portare avanti i nostri valori».Cosa ha chiesto per il nuovo anno? «Niente in particolare... Salute e felicità per me e i miei cari».Il 2016 sarà l'anno di... «Rio...». E saluta con una risata.

La spensieratezza del più forte.

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