«Ora non pensiamo al Barça C'è il terzo posto da difendere»

«Ora non pensiamo al Barça C'è il terzo posto da difendere»

Milanello La domanda di rito, per il Milan sfacciato e convincente di queste ultime settimane, è la seguente: vale più il viaggio, colmo di insidie a Marassi, nella tana del Genoa, o quello successivo a Barcellona nella cattedrale dell'armata Barcellona in apparente disarmo? La risposta di Allegri, anche se scontata, è tutta da condividere. Eccola: «In questo momento la priorità è conservare il terzo posto e solo vincendo possiamo riuscirci. Mentre in Champions può accadere di tutto e comunque è un evento lontano 5 giorni». Fine della discussione perciò e occhio al Genoa che Ballardini presenta con una raccomandazione di fondo: «Oltre a essere belli dobbiamo anche diventare concreti». Giudizio scaturito dalla notte dell'Olimpico contro la Roma: il calcio del Genoa risultò spettacolare ma alla fine i tre schiaffoni rifilati da Totti e soci finirono col tappare la bocca alle giuste rivendicazioni dei genoani, specie sull'espulsione di Kucka cui si aggiungono le indisponibilità di Marco Rossi e Matuzalem. Bene, allora. Conta più il Genoa, conta più il terzo posto. Anche perché nel frattempo i 3 gol alla Lazio hanno lasciato in un angolino un dato che non depone a favore dei berlusconiani. Da qualche tempo il suo motore, lontano da San Siro, viaggia a basso numero di giri: nelle ultime quattro trasferte, sconfitta a Roma (Zeman ancora in sella) più tre pareggi: Sampdoria, Cagliari e Inter. Una media non proprio esaltante, insomma che a questo punto deve trarre linfa vitale dai recuperi di molti esponenti del gruppo (Constant, Mexes, Zapata, Balotelli, Bojan) e fare comunque i conti con un minuscolo ma indispensabile turn-over. L'unica concessione in materia di Allegri è la seguente: «Per Barcellona farò riposare Abate». Bello sforzo. Può contare su De Sciglio e a questo punto, essendo furbo, il livornese presenta la scelta a favore del giovanotto che ha ricevuto la lode di Silvio Berlusconi come un calcolo.
La vera rinuncia, forzata, è quella decisa nei confronti di Mario Balotelli (sabato mattina diventerà testimonial di MSC crociere), rimesso in sesto dopo il derby ma non in grado di resistere per una partita intera al clima di stasera a Marassi dopo 8 giorni di solo cure. Potrà partire dalla panchina e intervenire in caso di necessità. Dubbi anche per Boa, con Niang eventuale rimpiazzo. «Al Barcellona meno pensiamo e meglio è» continua a ripetere Allegri in versione strizza-cervelli. Anche perché di argomenti per discutere d'altro non mancano. A cominciare dall'affare Cassano, qui difeso in pubblico, come un chierichetto. «Con noi il suo comportamento è stato buono» il giudizio del livornese, disposto semmai a confessare solo un rimorso relativo al mancato scudetto della stagione passata. «Non l'abbiamo perso perché c'era un clima diverso nello spogliatoio: l'abbiamo perso per l'esito della partita di Catania» la spiegazione. Inutile aggiungere la nota a margine: decisivo risultò il gol non gol di Robinho. Anche in materia di rinnovo contrattuale, Allegri è molto risoluto. «Non rappresenta la priorità in questo momento» fa sapere e Galliani può così togliere dalla scrivania la pratica che sembrava improponibile solo qualche mese prima. Al pari delle critiche, aspre, molto aspre, firmate da Materazzi che in pubblico ha fatto ammenda. «So bene che quando mancano i risultati gli allenatori finiscono sotto processo» è il commento molto soft dell'interessato.

Per evitare che il clima già teso della sfida, per gli evidenti interessi di classifica, risulti inquinato da polemiche d'altra natura, Galliani e Preziosi insieme con il presidente della Lega Beretta, hanno firmato un comunicato congiunto per auspicare che il ricordo della morte del tifoso Vincenzo Spagnolo non venga macchiato da nessun incidente.

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