«Con una manata tra spalla e petto ci chiesero di perdere le due partite con il Cesena e con la Sampdoria perchè avevano bisogno di soldi. Il giorno dopo, però, ci chiamarono per scusarsi». L'ex giocatore del Bari Alessandro Parisi ha testimoniato ieri in tribunale al processo ai tre ex capi ultrà del Bari, Alberto Savarese, Roberto Sblendorio e Raffaele Loiacono, accusati di violenza privata aggravata in uno dei tronconi baresi sul calcioscommesse. Il calciatore ha risposto alle domande del pm Giuseppe Dentamaro, del giudice monocratico Anna Perrelli e dell'avvocato Gaetano Sassanelli, difensore dei tre imputati, raccontando che l'incontro avvenne nell'aprile 2011, all'esterno del San Nicola.
Secondo la Procura di Bari, i tre imputati avrebbero preteso che i loro beniamini biancorossi perdessero due partite (Cesena-Bari del 17 aprile 2011 e Bari-Sampdoria del 24 aprile 2011, tutte e due terminate con la sconfitta dei pugliesi) per fare soldi con le scommesse, sarebbero stati pronti a scatenare la guerra contro gli ultrà del Foggia, avrebbero covato propositi ritorsivi nei confronti di due giornalisti che avevano osato criticarli e avrebbero meditato un'azione punitiva nei confronti dell'ex portiere del Bari Gillet. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 maggio, quando saranno sentiti altri due ex biancorossi, Gillet e Marco Rossi.
Prima di testimoniare nel procedimento contro i tre ex capi ultrà, Parisi ha partecipato questa mattina al processo in cui è imputato insieme con altre 17 persone con l'accusa di frode sportiva per le due partite dei campionati di B 2007-2008 e 2008-2009, Salernitana-Bari e Bari-Treviso, vendute dai biancorossi - secondo l'accusa - per complessivi 220mila euro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.