I centurioni sono tornati al Colosseo. Roma sogna di nuovo l'impero. Francesco Totti, ottavo re, esce sconfitto dall'Olimpico. Il derby segna la fine dei sogni romanisti, Totti partecipa alla sconfitta, da estraneo a una commedia che, ormai, non è più sua. L'ultima esibizione contro la Lazio è stata uguale ad altre recite improvvisate di questa stagione, da mattatore a figurante, una comparsa senza anima, con l'espressione assente. È stato l'ultimo derby della sua carriera. Forse, chissà, può essere, vedremo. Nessuno può saperlo, soltanto lui, Francesco, ottavo re di una città che cerca il passato e non riesce a trovare il futuro, appesa a se stessa, alla nostalgia e al confronto con una realtà che sta diventando amara. Totti capitano della sconfitta, Totti in panchina e poi chiamato a soccorrere una lupa fradicia e non più affamata, squadra di mezze figure e di disonesti atleti chiamati sportivi. Non può finire così una carriera che, per i romanisti e non soltanto per loro, conserva il profumo della leggenda. Non può finire con una passeggiata malinconica sul prato dell'Olimpico nella partita simbolo della capitale. Stavolta la purga l'ha somministrata il suo allenatore, il toscanello Spalletti che lo ha usato come si usa tra parenti serpenti, fingendo di amarlo ma vivendo un rapporto odioso e odiato. Totti non c'entra con la sconfitta del derby, ha perso la Roma non lui che mille altre volte l'aveva salvata. Il derby segna il confine per i tifosi che altro non vedono nella capitale se non, ancora, il duello tra Orazi e Curiazi. A quarantuno anni Totti resta un mistero. Non buffo ma potrebbe risultare patetico se non viene risolto l'equivoco. Totti ha bisogno ancora della Roma? O è la Roma ad avere ancora bisogno di Totti? Penso che nel mezzo, come sempre, ci sia la verità. Un campione, anche nel pieno della salute fisica, deve comprendere quale sia il tempo dell'ultima giocata, l'atto finale di una storia che non ha bisogno di nuove didascalie mentre sta rischiando, purtroppo, una lettura meschina.
Il calciatore ha vinto la sua grandiosa partita, da sempre e per sempre.
Ora è il momento: Francesco si ritiri, resterà comunque Totti, nell'album delle figurine che nessuno potrà stracciare, nella storia del calcio che nessuno potrà smentire. Ci saranno altri derby e la Roma continuerà la sua avventura. Come i centurioni, sognando il passato.
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