Una Fede d'oro, che lo si dica maiuscolo o minuscolo. Federica Pellegrini sta diventando un atto di fede per il mondo del nuoto italiano, simbolismo di un'unione che non si rompe mai. Lotta e vince, lotta e fa spettacolo. Soprattutto ci prova sempre, come prima più di prima perché il tempo passa e non aspetta. Ora più che mai pare ritrovata a nuova vita dopo la delusione olimpica. Londra ha fatto danni all'orgoglio della nostra regina, ma forse le ha restituito il piacere di nuotare senza guardare solo al risultato. Stavolta è tornata all'oro nella gara di casa sua. Eccola siluro splendente, impetuosa, travolgente nei 200 stile libero di questi europei vasca corta a Herning.
Partita con il quarto tempo di qualificazione, Federica ha gestito una gara in gran rimonta. Tempo da non ti scordar di me (1'5280) davanti alla francese Charlotte Bonnet (1'5326) e alla russa Veronika Popova. Quarta prestazione mai nuotata da Fede e miglior tempo italiano col costume in tessuto. «Non pensavo di andare sotto 1'53» racconta lei con lo sguardo della sorpresa. Aveva puntato tutto sui 200 sl, rinunciato anche ai 200 dorso per evitarsi faticacce inutili. I 200 stile le hanno portato gli unici ori degli europei vasca corta: 2005, 2008 e 2009. Ormai sembravano ricordi lontanucci. Anche per lei che si dice strafelice. «Appunto perché dal 2009 non vincevo e comunque non facevo bene». Porta a casa due medaglie, consapevole che questo è anno da vecchio continente. «Contenta per essere la numero uno in Europa e soddisfatta perché le medaglie danno grandi iniezioni di fiducia. Poi a gennaio comincerà il lavoro duro per gli Europei estivi di Berlino». Parla di medaglie, sono due insieme al bronzo dei 400 sl, e non sarà un caso se restano nell'ombra le storie di gossip. Per parlare di fidanzati c'è tempo, oggi contano i trofei da bacheca. Talvolta durano più dei fidanzati.
Anche se ieri è stata giornata rosa e rosea pure per l'ex: Filippo Magnini bronzo nei 200 sl (1'4334), ex aequo con l'ungherese Dominik Kozma. Davanti due russi imprendibili, Izotov (1'4170) e Lobintsev, lui ad arrancare, lottare, quasi sgomitare con il vicino di corsia per ritrovare il tocco magico. «Ho dimostrato che questo fisico tiene», ha sintetizzato con spirito da superman. Il 31enne pesarese, che ha vinto dal 2004 al 2007, torna sul podio dopo l'argento 2011. Mancava l'intero podio dei precedenti europei, a cominciare dal francese Agnel, migliore atleta europeo dell'anno: Magnini ha sfruttato l'occasione e, poco dopo, raddoppiato con l'argento in staffetta. Michel D'Arrigo ha chiuso 8°.
Il veterano fa strada, i giovani si fanno largo. Lo dice il bronzo di Stefano Mauro Pizzamiglio, 22enne milanese che si allena a Bologna: dopo l'argento nella 4x50 mista, si è conquistato un terzo posto tutto suo nei 100 misti (52"81), dietro a Morozov e Fesikov, vicino alle migliori prestazioni italiane col costume in tessuto.
Infine Marco Orsi ha chiuso da uomo copertina della spedizione conquistando, insieme a Dotto, Bocchia e Magnini, l'argento nella staffetta 4x50 sl dietro alla Russia.
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