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Piccoli segnali di Inter. La prima del Mancio vale la qualificazione

Kuzmanovic e Osvaldo firmano la rimonta con il Dnipro Handanovic para un altro rigore. Rosso per Ranocchia

Piccoli segnali di Inter. La prima del Mancio vale la qualificazione

Sono tre punti che valgono primato del girone, qualificazione con un turno di anticipo e quasi un milioncino dall'Uefa.

Tutti in piedi per vedere la mano di Mancini, ma per la nuova Inter ci sarà tempo, intanto qualcosa si è visto, soprattutto quando la squadra è rimasta in dieci.

Turn over ridotto all'osso, anzi inesistente e la qualificazione in Europa league centra zero o quasi con la scelta di Mancini. Il Mancio si è fidato più delle sue idee che di tutto il resto, ieri c'era l'Europa, domenica la Roma, il Dnipro è la seconda lezione per continuare a imparare dopo il derby di domenica. E qui c'è tanto da imparare. La difesa innanzitutto, si gioca a quattro e tempo per capirla ce n'è poco, dentro tutti i titolari, da Handanovic che non cede il posto a Carrizo fino a ieri portiere di coppa, e poi ancora dentro i due esterni, nonostante Dodò abbia ancora davanti agli occhi il buon Muntari e Nagatomo rischi di entrare in riserva da un minuto all'altro. In mezzo Juan Jesus e Ranocchia, Vidic è dato per sofferente, comunque neppure convocato, ci sono Campagnaro e Andreolli in panchina. Il resto sono due piccole, quasi insignificanti varianti, rifiata Palacio, Mancini alla scoperta di Medel, il sudamericano che si gioca molto più di un primo posto nel girone. Poi magari ci sarà da dare un'occhiata a Konoplyanka. Gli va sopra Nagatomo, bel duello ma niente di speciale fino a quando Yuto esce con i sanitari che gli reggono il braccio destro, è una lussazione alla spalla, niente Olimpico.

Come se il Mancio, approfittando della squalifica, si fosse messo comodo a guardare la classe. Primo appunto che gli farà male: sembrava l'Inter di Mazzarri. Secondo appunto: mai passare la palla a Ranocchia o Juan Jesus quando sono nei pressi della loro area, può succedere di tutto, nel senso più allarmante. Terzo: a tratti Dodò si scordava della nuova disposizione e non si capiva se erano tornati a tre, oppure se avevano solo qualche idea confusa. Intanto il Dnipro, arrivato a Milano senza paura di perdere, è andato in vantaggio al termine di un'azione tambureggiante avviata da un errore di Juan Jesus che un paio di metri fuori dall'area si è incartato di brutto. Prima ha calciato Konoplyanka, respinto, poi Rotan, 0-1 meritato. Pochi minuti prima era stato Handanovic a pasticciare con la palla fra i piedi e il disimpegno è stato perlomeno comico ma l'Inter si è salvata.

Pochi minuti dopo il rigore.

Guarin su Chaberyachko in area naturalmente, calcia Konoplyanka e Handanovic respinge. Il doppio rischio non sveglia l'Inter, il pari arriva su una punizione di Hernanes respinta, qualcuno reclama il rigore per un fallo di mano in area, palla a Kuzmanovic che da fuori piazza un destro preciso. A inizio ripresa secondo giallo a Ranocchia, Inter in dieci e a questo punto se n'è vista un'altra.

Al 5' il 2-1 di Osvaldo, Kuzmanovic quarto a

destra, il Dnipro ha avuto le sue occasioni ma non l'ha schiacciata, dentro Obi per Hernanes con problemi all'inguine, Andreolli per Icardi. Ora c'è più squadra, unità d'intenti, palla in fondo ma un po' di cuore si vede.

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