Un punto dopo le prime due partite lo scorso campionato. Quattro punti quest'anno. Per Allegri il bicchiere è mezzo pieno («finora non abbiamo preso gol, avanti così»), per quasi tutti i tifosi bianconeri risulta invece vuoto o giù di lì. La Juventus attuale non piace esattamente come non piaceva quella di pochi mesi fa, non segna e soprattutto non crea gioco: a Marassi, contro la Sampdoria, si è assistito a un match incolore, noioso e nervoso. Con i doriani che si sono fatti preferire sul piano dell'organizzazione e delle idee, pur se è vero che Vlahovic (solo nove palloni toccati nei 90') e compagni avrebbero potuto vincere se la rete di Rabiot non fosse stata annullata per un fuorigioco dello stesso attaccante serbo. Siccome però i padroni di casa sono andati a loro volta vicinissimi al gol (traversa di Leris) e non sono certo squadra in grado di lottare per il vertice, è scattato l'ormai solito allarme.
«Serve pazienza», ha predicato Allegri. Il quale dovrebbe però forse cominciare a domandarsi per quale motivo quasi tutte le altre squadre giochino meglio della sua creatura. Vero peraltro che mancavano Pogba e Di Maria, ma è altrettanto indubbio che tanto per dirne una la neopromossa Cremonese vista due giorni fa contro la Roma abbia mostrato organizzazione e idee di gioco superiori a quelle della Juventus. Insomma: pur in assenza di alcuni grandi campioni, la qualità dello spettacolo offerto dalla Signora avrebbe dovuto e dovrebbe essere superiore. Invece, come non detto: si è ancora alla ricerca di un centrocampista di qualità e si continua ad aspettare Paredes, manco fosse il solo al mondo in grado di dare del tu al pallone. Soprattutto, non si è finora riusciti a piazzare almeno drue tra Arthur, Zakaria (piacerebbe al Monaco), McKennie e Rabiot, evidentemente bocciati ma tuttora in rosa e gioco forza utilizzati. Poco complementari gli uni con gli altri, strapagati e per questo diventati zavorra difficile da piazzare. Per la cronaca, contro il Sassuolo la Juve ha tenuto palla nella propria metà campo per il 74% del tempo, con la Sampdoria per il 64%. E il numero dei passaggi effettuati in difesa (551) ha abbondantemente superato quelli in mezzo al campo (481), mentre quelli in attacco sono stati la miseria di 196: pare insomma una squadra che non sa offendere e che si limita a giochicchiare in attesa della scintilla giusta. Difficile da fare scattare, in assenza di Pogba e Di Maria. Così, più o meno paradossalmente, i più positivi in fase di impostazione e velocità di pensiero sono stati Rovella e Miretti, 39 anni in due e la capacità di ritagliarsi spazio arrivando dalla panchina con la faccia e la voglia giuste.
Difficile però al momento immaginare che questo basti per vedere una Juve competitiva ai massimi livelli sia in Italia che in Europa: sabato, intanto, allo Stadium arriverà la
Roma e il banco di prova sarà già di quelli seri. Magari quel giorno Allegri potrà contare anche su uno tra Milik (in corsia di sorpasso) e Depay: la sensazione è però che i problemi siano altrove. E siano sempre i soliti.
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