Una bella dose di autocritica per far ripartire la macchina ingolfata da troppo tempo. Roberto Mancini carica, a modo suo, la squadra in vista del match contro il Frosinone: «Merito un voto basso - ha ammesso candidamente il tecnico, analizzando quanto fatto finora dalla compagine nerazzurra, salvo poi però cercare alibi - serve tempo per ricostruire e comunque ci sono ancora 21 punti a disposizione, c'è ancora una piccola speranza di poter andare in Champions». Perché la storia insegna che la speranza è l'ultima a morire, ma che bisogna anche guardare in faccia la realtà. La strada dell'Inter verso l'Europa che conta è in salita: «Non voglio cali di tensione - ha aggiunto - col Frosinone serve una prova importante per tornare a vincere in trasferta dopo un lungo periodo». Il digiuno data addirittura 6 gennaio, 1-0 ad Empoli: «Non rinuncio al terzo posto, ma è chiaro che è dura immaginare che la Roma perda 8 punti in 7 gare». Con Jovetic perennemente in dubbio, l'ipotesi è quella di Medel arretrato in difesa per la squalifica di Miranda: «Abbiamo poche alternative, o lui o Juan Jesus».
L'antidoto non c'è, la medicina è solo una: «Giocare senza timori; al momento alla stagione darei un voto
basso. Ma non ai giocatori, al tecnico». In chiave mercato, glissate le domande su Touré, ecco il rinnovo di Nagatomo fino al 2019; ma sul futuro di Mancini rimane la nebulosa: «La Premier? Non ho ricevuto alcuna offerta».
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