Il portiere Ivan Provedel, 29 anni, friuliano di Pordenone, ultimo di 6 fratelli, potrebbe essere il testimonial ideale della campagna per il «reddito di intraprendenza» (l'opposto del reddito di cittadinanza).
Ivan infatti, martedì sera, quando ha visto i compagni di squadra della Lazio con l'acqua alla gola, non ha avuto timore di abbandonare la sua comfort zone (un ideale «divano» delimitato da due pali e una traversa) gettandosi a capofitto in un «lavoro» extra: fare gol. Peraltro, riuscendoci alla grande. Un esempio virtuoso per i giovani (e non solo) che, sul divano, tendono a rimanerci coccolati da comode rendite familiari e di Stato. Ma ora, senza voler fare di Provedel un santino - la frase «Dio vede e Provede(l)» sarebbe esagerata -, si può pacatamente dire che il percorso professionale di Ivan ha molto da insegnarci.
Certo, Ivan svolge una professione da privilegiato, ma questo privilegio se l'è guadagnato con talento e fatica, coronando il sogno di tutti i ragazzini: diventare un calciatore ricco e famoso. Lui ce l'ha fatta. Provedel è l'idolo dei tifosi laziali che due sere fa all'Olimpico non credevano ai propri occhi: Ivan che al 95°, con i biancocelesti sotto di un gol contro il tostissimo Atletico Madrid, si fionda in area di rigore avversaria segnando di testa l'eccezionale gol del pareggio. L'impresa fa il giro del mondo. Inevitabile, considerato che quello della Champions è un palcoscenico globale. La Uefa gli dedica un post (Il quarto portiere nella storia a segnare in Champions. Incredibile) e il «gesto eroico» rimbalza dalle pagine dell'Equipe agli schermi di Bbc, Cbs fino addirittura alle colonne esotiche del Times of India. Musica per le orecchie di Ivan che, da piccolo, usava le mani virtuosamente pure sui tasti del pianoforte. Per Ivan è la quadratura del cerchio; lì dove il «quadrato» era il sogno da bambino di fare l'attaccante (ruolo ricoperto da piccolo nelle giovanili del Treviso e del Pordenone) e il «cerchio» l'incubo di essere spedito in porta da qualche allenatore che aveva visto lungo (o, più banalmente, lo considerava inidoneo a far gol). Fatto sta che Provedel, nel ruolo di quello che sarebbe diventato il suo mito, Lev Yashin (a proposito, la mamma di Ivan è russa e natia dello stesso paese del «ragno nero»), mostra di saperci fare. Vola da un club di periferia all'altro: Udinese, Chievo, Pisa, Perugia, Modena, Pro Vercelli, Empoli, Juve Stabia (dove il 7 febbraio 2020 segna un gol di testa contro l'Ascoli), Spezia, Lazio. Di anno in anno diventa sempre più forte. Lotito lo prende come portiere di riserva, ma in breve diventa titolare fisso entrando anche nel giro della Nazionale.
Ieri a congratularsi con lui c'era anche il presidente Lotito che gli ha rifilato uno sberlone di ammirazione. «Più che il gol, la cosa difficile è stata evitare i complimenti del presidente e la marea di pacche sulla testa dei miei compagni», ha scherzato Ivan, aggiungendo: «È una notte che ricorderò per tutta la vita».
Provedel - come ricordato nel post Uefa - è il quarto portiere ad aver realizzato un gol in Champions, ma solo lui e il turco Sinan Bolat sono riusciti a farlo su azione e non mettendo in rete un «semplice» rigore come invece gli altri due: Jorg Butt e Vincent Enyeama.
Il gol di «bomber Ivan» ha rispolverato i fasti storici di Michelangelo Rampulla che 31 anni fa segnò l'1-1 della sua Cremonese con l'Atalanta. E la cosa fece scalpore perché nessun portiere italiano aveva fino ad allora segnato un gol su azione. Suoi epigoni furono poi Massimo Taibi nel 2001 che segnò il pareggio casalingo della Reggina contro l'Udinese; Marco Amelia nel 2006 che realizzò l'1-1 del Livorno a Belgrado in Coppa Uefa; Alberto Brignoli nel 2007 col Benevento a San Siro contro il Milan.
Intanto l'allenatore della Dea, Gasperini, la butta sul ridere, ma neanche tanto: «Ivan ha aperto una strada, da oggi i miei portieri Carnesecchi e Musso andranno in area avversaria cercando il gol...».
Provedel
è già a quota due e ha ancora davanti una carriera lunghissima. Ma già pensa al futuro: «Quando appenderò i guanti al chiodo, mi piacerebbe riprendere gli studi».Il divano, in casa Provedel, potrebbe non sgualcirsi mai...
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