Mike Tyson voleva iniziare il round senza paradenti. Era il terzo della rivincita con Holyfield, che l'anno prima gli aveva inflitto la seconda sconfitta della carriera e che nelle prime due riprese aveva già preso il comando del match. Ma c'era un problema: una testata di Evander aveva appena aperto una ferita sopra la palpebra di Mike e come la volta precedente l'arbitro l'aveva giudicata involontaria. Tyson era furioso. Anni dopo scriverà nella sua autobiografia: «Volevo ucciderlo. Chiunque fosse presente a bordo ring ha potuto vedere la mia rabbia cieca, ero come un soldato indisciplinato fuori controllo». Holyfield ottenne che il paradenti fosse rimesso, ma dopo un po' «Iron» Mike riuscì a toglierlo e a forza di morsi consegnò quel 28 giugno 1997 alla storia della boxe: per due volte addentò le orecchie di Holyfield, gli staccò di netto un lembo dell'elice destra e lo sputò sul ring di Las Vegas. Fu la fine della sua vera carriera, prima ancora che l'incontro terminasse con una (tardiva) squalifica e che arrivasse la polizia a impedire altre aggressioni. Ci sono voluti 12 anni prima che i due facessero pace, in tv.
Ora sono quasi amici e nel 2013 hanno anche scherzato su quella notte da cannibali in uno spot pubblicitario. C'era Mike che suonava al campanello di Evander e gli porgeva un pacchetto regalo: dentro, manco a dirlo, il pezzo di orecchio mancante. (FMal)
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