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Quando Wembley è stato una dolce casa

Tanti successi: dal discobolo Consolini a Zola passando per Altafini e Capello

Home, sweet home. Non solo per gli inglesi, visto che Wembley, il vecchio Wembley, è stato dolce casa anche per tanti italiani. Da Adolfo Consolini a Gianfranco Zola, da Josè Altafini a Fabio Capello. Tante gioie e qualche amarezza (proprio il ct Mancini ne sa qualcosa per la finale di coppa Campioni persa con la Samp contro il Barcellona di Crujff): la storia che lega i nostri colori allo stadio londinese parte da lontano. Indimenticabili vittorie calcistiche, ma non solo, visto che il ricordo più dolce e antico è della nostra atletica e risale ai Giochi di Londra del '48: nello stadio imperiale (inaugurato da Giorgio V nel 1923) trionfarono i dischi volanti di Adolfo Consolini e Beppone Tosi, oro e argento al maschile, ed Edera Cordiale storico argento donne. E su quella magica pista l'Italia vinse per l'ultima volta una medaglia (di bronzo) nella 4x100 con Tito, Perucconi, Siddi e Carletto Monti che poi per anni è stato collaboratore del Giornale.

Quindici anni dopo, invece, sarà il Milan di Cesare Maldini e Gianni Rivera a trovare la sua prima grande giornata di gloria europea a Wembley, primo club italiano a vincere la coppa dei Campioni nel '63 battendo in finale il Benfica di Eusebio con una doppietta di Altafini. E mentre la Samp vi perderà la finale del '92, Wembley regalerà al Parma il suo primo trionfo internazionale nel '93 con la coppa delle Coppe vinta sull'Anversa (tre gol firmati da Minotti, Melli e Cuoghi). Il colpo nello stadio imperiale riuscì nel 2000 anche alla Fiorentina di Trapattoni in Champions contro l'Arsenal (sfrattato a Wembley per la ricostruzione di Highbury) con un gol di Batistuta. E possono dire di aver violato il mitico stadio anche Cremonese, Brescia e Genoa che qui vinsero l'Anglo-italiano, torneo ormai finito nel dimenticatoio.

E la Nazionale? Ci ha giocato sei volte contro l'Inghilterra con una sola sconfitta e due indimenticabili vittorie. La prima volta fu nel '59, amichevole in casa dei maestri imbattibili dal '33, e finì con un 2-2 che sapeva di vittoria perché Brighenti e Mariani ripresero gli inglesi avanti 2-0. Ma la partita memorabile arrivò nel '73 quando gli azzurri ispirati da Rivera ottennero la prima vittoria in Inghilterra con lo storico gol di Capello dopo la sgroppata incontenibile di Giorgione Chinaglia. Era solo un'amichevole ma fu come vincere un mondiale, soprattutto per tutti gli emigranti che per un giorno si sentirono riscattati da quell'impresa. L'Italia avrebbe poi fatto il bis a Wembley in un'altra storica partita con un altro gol memorabile, quello di Gianfranco Zola nelle qualificazioni mondiali del '97. Era la Nazionale di Cesare Maldini che ci regalò l'unico successo a Wembley in una partita ufficiale, dopo la sconfitta nelle qualificazioni del '77, stroncati da Keegan e Brooking.

Adesso ci prova l'Italia di Mancini con sette azzurri che hanno già giocato a Wembley con gli inglesi nell'ultima amichevole pareggiata nel 2018 con un rigore di Insigne.

Donnarumma, Bonucci, Jorginho, Chiesa, Immobile e Belotti, che erano in campo con lui, sanno come si fa. Tante volte può bastare anche un pari

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