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"Quarantena da fenomeno del Web. Ora torno Squalo, voglio un altro Giro"

Durante il lockdown, ha divertito i tifosi sui social. Adesso ha ripreso gli allenamenti con vista sull'anno prossimo: "Sogno anche Tokio..."

"Quarantena da fenomeno del Web. Ora torno Squalo, voglio un altro Giro"

Il lockdown ci ha restituito un Vincenzo Nibali nuovo e ai più inedito, che è sbucato fuori dai social, con la forza di un Bobo Vieri o di un Francesco Totti. Un Nibali che in questi mesi di inattività forzata si è messo a nudo e si è raccontato parlando di famiglia più che di ciclismo, di biciclette più che di allenamenti, di passioni più che di impegni. Un Nibali guascone, divertente e divertito, che ha stuzzicato e si è lasciato stuzzicare da colleghi-amici, ma che è stato soprattutto al gioco, con il gusto di chi ama da sempre giocare. Un Nibali scattante e imprevedibile, come quello di Sheffield al Tour 2014 o alla Sanremo 2018: una stoccata e via. Fulmineo, repentino e letale come pochi. È lo Squalo, anche davanti al suo computer, tutto estro e sregolatezza, talento e simpatia. Ospite inaspettato che in questi mesi tutti aspettavano e cercavano nelle dirette Instagram, soprattutto quelle organizzate dall'ex professionista Raffaele Ferrara, che con il suo Lello Show si è scoperto a sua insaputa provetto anchorman.

«È tutto nato per caso racconta il siciliano, che in questi giorni ha definito e ufficializzato il suo programma agonistico, con il Giro in cima ai suoi pensieri - Il blocco per il Covid, anche se a Lugano dove vivo da anni era molto meno rigido che in Italia, ci ha portato ad esplorare cose nuove e io e mia moglie abbiamo scoperto Instagram, soprattutto la finestra delle 21 di Lello Ferrara, di una simpatia contagiosa. Così, quasi per scherzo, sono entrato nella sua comunità e da lì non mi sono più mosso. Non ho fatto nulla per risultare più o meno simpatico, sono stato il Vincenzo di sempre, che ama ridere e scherzare, come mi succede a casa o con gli amici. Chi mi conosce lo sa, io sono uno che ama divertirsi, anche se molti mi giudicano solo per come sono alle corse. Ma lì è tutta un'altra storia. Lì c'è la competizione, lo stress, la pressione. Quello è il mio lavoro, ed è chiaro che sia mentalizzato diversamente. Davanti ad una webcam, invece, sono rilassato: lì sono quello che sono».

Pensava di diventare un fenomeno del web?

«Non esageriamo, però è vero che quando entravo gli ascolti crescevano in maniera esagerata e spesso mandavo in crash il sistema tanti erano gli sportivi che si collegavano. Però mi è piaciuto un sacco, così come vedere tanti colleghi e amici, da Fabio Aru ad Alberto Bettiol, per arrivare a Domenico Pozzovivo e altri che ci tenevano ad essere con me: ci siamo fatti compagnia a vicenda, facendo compagnia. Credo che agli appassionati abbia fatto piacere».

È arrivato anche a fare un balletto in pigiama...

«L'ho detto, sono un po' matto e un po' artista: quando arriva il momento ignorante non vedo perché non concederselo...».

Gli appassionati hanno avuto modo di conoscere anche il suo nucleo familiare, sua moglie Rachele e la piccola Emma Vittoria. E poi le sue innumerevoli passioni.

«Diciamo che io non amo mai stare con le mani in mano, quindi quando sono a casa, una volta che mi sono allenato, sistemo tutto quello che c'è da sistemare. Lavatrice rotta? Si aggiusta. Tapparella? Anche quella la mettiamo a posto. Anche la bicicletta la sistemo in prima persona e se posso sistemo anche quella di qualche mio collega svizzero. E poi mi piace l'elettronica, la playstation e le macchine fotografiche. E anche tra i fornelli me la cavo: la pizza mi viene molto bene».

Ora però si torna a pedalare...

«Come ho detto, noi in Svizzera non abbiamo mai smesso, però adesso abbiamo i calendari e anche degli obiettivi. Strade Bianche il 1° agosto, poi tutta una serie di corse, con il Giro d'Italia ad ottobre (dal 3 al 20, ndr). La tripletta rosa? Certo che ci penso, così come al mondiale che spero si possa correre in Svizzera a Aigle-Martigny. È perfetto per me, anche se stanno pesando ad uno spostamento (a novembre, in Oman) e la cosa non mi rallegra neanche un po'. E poi c'è Tokio. L'oro olimpico di Rio mi è rimasto lì, dopo quella caduta nel finale che mi ha tagliato le gambe quando ero lanciato verso il traguardo».

Potrebbe essere anche un bel modo di concludere una carriera pazzesca, ricca di Giro Tour e Vuelta, Sanremo e Lombardia...

«Se mi sentirò come adesso, con la stessa voglia e lo stesso entusiasmo tiro dritto.

Altro che ritirarmi!».

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