Sono le 17.47 di domenica 13 maggio 2012 quando il gioco del calcio innalza un nuovo altare a cui accendere ceri al riscatto delle perdenti. Il Manchester City di Mancini al minuto 90 è sotto 2-1 con il Queens Park Ranger e il primo titolo Premier della sua storia gli sta per sfuggire di mano, con i nobili cugini dello United pronti a festeggiare sorpasso ed ennesimo successo. Poi in 120 secondi Dzeko e Aguero ribaltano il destino e danno la gioia più grande al City. Rivalsa per eccellenza, musa per chi da piccolo sogna di diventare grande e poi si accorge di esserci riuscito. Chiedere in proposito a Pippo Inzaghi e al suo Benevento, che sabato ha fermato con Letizia la corazzata bianconera. Un colpo alla Cassius Clay contro Sonny Liston, per l'ex bomber juventino, che in verità aveva sin lì già dimostrato con i numeri di poter mettere alle corde le grandi del torneo: solo la settimana prima, lo 0-1 alla Fiorentina aveva regalato il terzo successo. I neopromossi campani, che pure al ritorno in A erano stati gelati dalla grandinata di gol contro l'Inter (2-5 alla prima), nell'ultimo turno di settembre avevano superato in trasferta la Samp, più o meno diretta rivale di classifica nelle previsioni.
Da qui a pensare a un miracolo in stile Leicester, giusto per ricordare l'impresa del tecnico romano in Premier, ce ne passa. Ma il Benevento corre e la matricola che sogna è ora agganciata al treno di centro classifica, con 10 punti e decimo posto tra le squadre che macinano più chilometri. Poco sopra quello Spezia che ha fermato Atalanta e Cagliari nelle ultime uscite e che in precedenza aveva rubato punti anche a Fiorentina e Parma. Per i liguri punti pesanti sono arrivati dalla vittoria nello scontro diretto proprio a Benevento (0-3 alla settima) e in trasferta a Udine all'esordio, con uno 0-2. Conferma di come anche le neopromosse possano sedersi al tavolo delle big, in questo campionato a digiuno di tifosi e con il fattore campo meno decisivo. Tra chi è salito dalla B lo scorso anno, anche il Crotone ha le sue ragioni per argomentare la tesi e l'1-1 alla 4ª giornata con la Juve è lì a confermarlo.
Passi per l'espulsione a mezzora dalla fine di Federico Chiesa, quel giorno, ma le statistiche di gara raccontarono 3 tiri in porta per i calabresi, 2 per i campioni d'Italia. Il punto di quel 17 ottobre sarebbe divenuto, almeno sin qui, il 50% del bottino stagione del Crotone, comunque oggi 6 posizioni sopra la coda della classifica, almeno nel possesso palla.
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