"Questo è il vero Honda mica suo fratello... E lo perdiamo un mese"

"Questo è il vero Honda mica suo fratello... E lo perdiamo un mese"

Il figurino (veste come un modello ma stile classico), altrimenti detto occhio di ghiaccio, è anche dotato di un bel carattere. Keisuke Honda, chioma ossigenata, si presenta a Milanello sempre in giacca e cravatta d'ordinanza ma quando si tratta di discutere con Menez per calciare la punizione (che avrebbe garantito il 2 a 0 sul Chievo), non è il tipo da tirarsi indietro («Se fosse stato Kakà gliela avrei lasciata»). E d'altra parte è un samurai a tutti gli effetti, per i giornalisti del Sol Levante e non solo. «Chi litiga, di solito, perde la serenità per qualche minuto: lui invece ha respinto Menez e con calma glaciale ha calciato quella strepitosa punizione» l'osservazione di Adriano Galliani, tutore di Honda e protagonista a tal proposito di una bella intemerata sabato notte. «L'anno scorso abbiamo visto il fratello di Honda, ora ci hanno mandato quello giusto» la battuta per spiegare la differenza, clamorosa, di rendimento tra l'Honda spento, prevedibile, poco avvezzo al gol (adesso è già a quota 4), considerato un'altra "sola" proveniente dal solito capitolo dei parametro zero. «Invece di ricevere i complimenti perché si acquistano giocatori a costo zero, qui si ricevono processi. Troppo facile staccare l'assegno da milioni e portare a casa giocatori di talento» è la chiosa dispettosa di Galliani, messo sotto accusa con qualche mese di anticipo per aver litigato col CSKA di Mosca, aver atteso mesi, pur di tesserare il giapponese silenzioso. «Anche Platini, nei primi sei mesi, fece cilecca» il paragone forse un tantino azzardato.

«Il punto è che si considerano pippe quelli che arrivano a parametro zero e invece non è affatto vero». Detto da chi ha alle spalle una carriera ricca di colpi grossi pagati a peso d'oro ma anche una stagione di geniali scambi (Pirlo-Bircic, Seedorf-Coco) o di parametri zero. Gli ultimi, i più discussi, sono un discreto plotoncino. A cominciare da Honda, arrivato a gennaio del 2014, per passare poi a Menez, Diego Lopez, Torres, Alex che non sono certamente Didì, Vavà e Pelè ma possono fare la loro decorosa figura nel calcio italiano. Perciò Adriano Galliani, subito dopo la punizione scaccia-pensieri di sabato sera, si è rivolto a Fedele Confalonieri in tribuna d'onore, per spedire un sentito grazie «all'amico Zaccheroni che mi fece una testa così per Honda».

Con la soddisfazione per la perla di gol infilata nello snodo più delicato della sfida col Chievo, è emersa anche la preoccupazione di Galliani per i futuri impegni internazionali del samurai: «Per regolamento siamo obbligati a lasciarlo libero in vista della coppa d'Asia, dal 27 dicembre fino ai primi di febbraio qualora il suo Giappone dovesse raggiungere la finale: lo perdiamo per tutto il mese di gennaio» il particolare non di poco conto. Perciò Inzaghi è determinato a cavalcarlo fino a Natale. Honda e Menez sono diventati due titolarissimi: serve il terzo per completare la compagnia. El Shaarawy ha bussato alla porta sabato sera.

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