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Quotazioni alte per la corsa azzurra agli ori di Londra

I Giochi Olimpici sono una delle poche manifestazioni in cui bookmaker e scommettitori giocano quasi ad armi pari. La ragione è molto semplice, la diciamo anche se qualcuno si offenderà: la maggior parte delle discipline riscuote un interesse minimo, quindi il volume di gioco quasi mai è tale da “fare“ la quota e così tutto si riduce ad uno scontro di competenza fra quotisti delle varie aziende e scommettitori evoluti. Perché si può puntare sulla Juventus o sul Milan per puro tifo, ma questo meccanismo vale molto meno per la pallanuoto. Il Settebello allenato da Sandro Campagna è infatti quotato a 8,00 per l'oro olimpico, contro i 2,50 della Serbia, i 3,50 dell'Ungheria, i 5,00 della Croazia e i 7,00 del Montenegro. Quattro squadre considerate favorite più dei campioni del mondo di Shangai? Strano ma vero. Forse l'unico caso trovato in cui non c'è la distorsione “nazionalistica“. Perché in generale i bookmaker operanti in Italia sono addirittura più ottimisti del presidente del CONI Gianni Petrucci. L'eventualità che gli azzurri tornino da Londra con un numero di medaglie compreso fra 26 e 28 è bancata infatti a 3,50, la quota più bassa di tutte. L'eventualità peggiore, meno di 20 medaglie totali, è offerta a 20, mentre quella migliore, più di 34, a 10. Parlando solo di ori, anche qui l'eventualità più probabile (7 ori) è quotata a 3,50, con una distribuzione equilibrata sugli altri esiti. Interessante è analizzare la situazione ritenuta più probabile per sport: nell'atletica una medaglia (cioé quella di Schwazer nella 50 chilometri di marcia) a 3,00, nel nuoto più di tre (eventualità data a 1,85, visto che da sola la Pellegrini ne vincerà quasi certamente due), nella scherma più di cinque (a 1,40).

Una sintesi realistica delle possibilità azzurre, purtroppo per l'atletica.
Twitter @StefanoOlivari

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