Ci sono compravendite a sette zeri finite in prima pagina, come quelle di Federico Chiesa e Miralem Pjanic. Ma nel mirino dell'inchiesta sul superprocuratore Fali Ramadani, del nucleo valutario della Guardia di finanza ci sono anche affari meno eclatanti, trattative che si svolgono lontano dai riflettori e che sono a volte più remunerative dei «colpi» del calciomercato: i rinnovi contrattuali dei giocatori, le trattative spesso riservate in cui nomi e grandi e piccoli puntano a strappare il più possibile. E anche lì una quota finisce in tasca al procuratore.
È questo faro acceso dalle fiamme gialle, coordinate dal pm milanese Giovanni Polizzi, ad allargare potenzialmente l'importo dell'evasione fiscale di cui Ramadani, e con lui il suo collega italiano Pietro Chiodi, potrebbe venire chiamato a rispondere. Ieri l'Ansa riporta che, a fronte di un parco giocatori di valore stimato circa 770 milioni di euro, il conto finale presentato dagli inquirenti all'agente macedone, indagato per evasione fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio, potrebbe sfiorare la cifra monstre di 60/70 milioni.
Ma Ramadani e Chiodi non sono gli unici a doversi preoccupare dell'allargamento dell'indagine. Allargando il tiro ai rinnovi contrattuali l'inchiesta si muove su un terreno potenzialmente sterminato: se, come da ipotesi investigativa, Ramadani incassava somme in nero anche sui rinnovi contrattuali è chiaro che questo chiama in causa chi potrebbe avergli girato i contanti sottobanco: i club o i calciatori. I rinnovi contrattuali si svolgono lontani dai riflettori, e a volte addirittura in segreto: basti pensare che uno degli accordi che secondo gazzetta.it è sotto esame dalla Finanza è quello tra l'Inter e il suo portiere e capitano Samir Handanovic, il cui contratto scadeva nel giugno scorso. Il rinnovo c'è stato, visto che Handanovic continua a giocare, ma non è mai stato ufficialmente annunciato. Qual è il suo importo, quale la durata, quale il compenso riconosciuto al procuratore?
Anche a queste domande gli investigatori cercano risposta nella massa di mail prelevate l'altro ieri nei computer degli undici club perquisiti. Per individuare gli interlocutori diretti di Ramadani nei club sono stati interrogati a verbale alcuni dei principali dirigenti apicali del calcio italiano, poi sono state acquisite le loro caselle.
Il prelievo è stato un lavoro lungo, per evitare come raccomandato dai pm di prelevare dati estranei al caso, ma ancora più lunga sarà l'analisi dei dati per trovare la risposta a una domanda: quanti amici aveva Ramadani nei piani alti del pallone?
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