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Rissa, saluti fascisti e "violazione della pace": arrestati 5 ultras Lazio

Cinque ultras della Lazio in trasferta per seguire la partita di Europa League con il Celtic sono stati arrestati a Glasgow per rissa, resistenza a pubblico ufficiale e violazione della pace: colpa della sfilata in città con i saluti romani

Rissa, saluti fascisti e "violazione della pace": arrestati 5 ultras Lazio

Possesso di alcol, resistenza a pubblico ufficiale e "violazione della pace". Questo i reati contestati a cinque tifosi della Lazio, arrestati a Glasgow dopo la partita di Europa League con il Celtic. Come riporta il quotidiano scozzese Scotsman, il fermo sarebbe avvenuto a causa di una rissa e dei saluti romani che gli ultras biancocelesti hanno fatto prima della partita lungo una strada della città scozzese, scena documentata da un filmato che ha fatto il giro del web e ripetuta al termine della partita su Buchanan Street.

Dei cinque arrestati, uno è accusato di possesso di alcol e resistenza a pubblico ufficiale, gli altri di violazione della pace, reato legato ai saluti a braccio teso esibiti prima e dopo il match. Altri cinque tifosi sono stati allontanati dallo stadio, il Celtic Park, durante la partita e con la stessa denuncia. "Siamo a conoscenza di altre segnalazioni e la ricerca di nuove informazioni è in corso", ha affermato un portavoce delle forze dell'ordine, che dunque non escludono provvedimenti analoghi nei confronti di altri supporter biancocelesti, non nuovi a creare nervosismo in occasione delle trasferte europee della Lazio. Era già successo nel 2013 a Varsavia, quando a margine della sfida di Europa League con i polacchi del Legia, 700 laziali si erano scontrati con la polizia locale. In quel caso, per evitare la crisi diplomatica, era dovuta intervenire addirittura l'ambasciata italiana in Polonia.

Tornando agli arresti di Glasgow, secondo la polizia scozzese sarebbero circa 1500 i laziali che hanno viaggiato per la città. Momenti di tensione si erano registrati già il giorno prima della partita, con la presenza nel centro della città di un gruppo di ultrà incappucciati. Poi la sfilata militare con i saluti romani che tanto ha fatto discutere, inducendo gli ultras del Celtic - notoriamente antifascisti e antirazzisti - ad allestire una coreografia con striscioni di insulti alla Lazio e il disegno di Benito Mussolini a testa in giù. Provocazione evidente nei confronti della curva laziale, tra le tifoserie più di destra nel panorama nazionale e internazionale.

Un fenomeno, quella della politicizzazione delle curve, che negli ultimi decenni è andato via via riducendosi. Ma che continua a causare problemi nella Roma biancoceleste. "La posizione della Lazio è dura e di tolleranza zero. Sono azioni che danneggiano la società e quindi potremmo chiedere il risarcimento danni. Non possiamo impedire l'accesso di questi razzisti allo stadio, per quanto noi attuiamo tutto quello che è possibile per limitare questi episodi", ha detto il responsabile comunicazione del club bianconceleste, Arturo Diaconale. "Accostare Hitler alla Lazio è un errore: sbagliato generalizzare perché si tratta di alcuni e non tutta la tifoseria", ha poi precisato Diaconale.

Dichiarazioni che arrivano poche settimane dopo i cori razzisti di Lazio-Rennes, quando un pugno di tifosi di casa si rese protagonista di cori discriminatori nei confronti dei giocatori ospiti di colore.

Da lì il pugno duro della Uefa, che aveva punito la società con 20mila euro di multa e un turno di Europa League da disputare a porte chiuse.

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