La Roma congela la festa della Juve

Lemina illude, poi i giallorossi dilagano: lo scudetto rinviato alla sfida col Crotone

La Roma congela la festa della Juve

Roma La campagna romana della Juve inizia nel peggiore dei modi. La festa scudetto è rinviata da una Roma che nella notte del record di presenze stagionali all'Olimpico (53mila spettatori, di cui 15mila però di fede bianconera) tira fuori l'orgoglio dei giorni migliori. Il ko è pesante, quest'anno la squadra di Allegri tre gol li aveva incassati solo dal Genoa in campionato e dal Napoli in Coppa Italia. E Spalletti conquista la sua seconda vittoria in carriera con la Juve, effettuando un importante controsorpasso al Napoli in questa volata condotta a velocità supersonica per il secondo posto (le prime tre del campionato sono già tutte oltre gli 80 punti). Il collega Allegri non ripete invece quanto fatto nel 2011 quando guidava il Milan, ovvero vincere il titolo all'Olimpico, contro i giallorossi e alla terz'ultima giornata. Per mettere il primo mattoncino, quello per la verità più agevole, sull'Impresa con la I maiuscola bisognerà attendere almeno un'altra settimana: allo Stadium arriverà un Crotone lanciatissimo (ha fatto cinque punti in più dei bianconeri nelle ultime sette giornate) e di nuovo in corsa per la salvezza. Extrema ratio, la trasferta di Bologna, per mettere in cascina i tre punti che servono per il sesto scudetto di fila.

Non c'era fretta di bruciare le tappe, nè tanto meno l'ansia di chiudere i conti ieri sera. Anche se riempire la bacheca con un risultato positivo in casa dei rivali giallorossi era un'idea che stuzzicava l'ambiente di Vinovo. E il turnover di Allegri, scientifico come è stato per tutta la stagione, porta all'esclusione di Dybala tra i titolari e alla promozione dal primo minuto di Lemina e Sturaro (come già accaduto ad aprile a Napoli) viste le assenze a centrocampo di Khedira e Marchisio, che comunque entrerà in campo nell'ultimo quarto d'ora. Dunque, la Juve torna per una sera al 4-3-3 accantonato da diverse partite. La Roma, orfana di Dzeko, si affida al falso nove (Perotti) e schiera Nainggolan pure acciaccato.

Gara equilibrata nel primo tempo, con i bianconeri che potrebbero sbloccare subito con il tiro di Asamoah che si stampa sul palo. La Juve tiene il pallino del gioco, la Roma va a strappi e tenta alcune ripartenze velenose. Il tap-in di Lemina sotto porta su assist di Higuain (per il francese terzo gol in A dopo quelli a Napoli e Atalanta nella scorsa stagione, tutti segnati in trasferta) spezza il match e sembra poter essere il grimaldello giusto per la serata. L'immediato pareggio di De Rossi (alla terza rete consecutiva dopo i rigori a Lazio e Milan) che sfrutta una respinta di Buffon, ridà vigore alla truppa di Spalletti, anche se la spinta offensiva diminuisce di intensità, mentre la Juve si limita a giro palla che tende ad addormentare la sfida.

Ripresa più al piccolo trotto prima della rete di El Shaarawy, un tocco di biliardo che sorprende il portiere juventino e di fatto cambia la faccia del match. Juve più disunita, Roma che trova il tris con Nainggolan, fischiatissimo dai tifosi bianconeri per le sue parole al veleno contro la squadra di Allegri. L'ingresso di Dybala, come il resto dei cambi, non muta la situazione, mentre Spalletti concede l'onore a Francesco Totti di giocare i due minuti finali del suo ultimo Roma-Juve della carriera.

Già dal fischio finale di Banti, la Juve ha voltato pagina. Tutti a letto intorno alle 2 dopo una cena veloce in hotel, oggi cambio di alloggio (spostamento in un albergo a due passi dal Gianicolo) e allenamento all'Acquacetosa.

Poi domani udienza dal Papa con la Lazio e i rispettivi dirigenti e seduta di rifinitura all'Olimpico intorno alle 18. C'è una finale di Coppa Italia da vincere per andar via dalla Capitale con un trofeo in bacheca, biancocelesti permettendo.

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