La Roma d'autore del finto zemaniano

Di Francesco riscopre il «primo non prenderle» e incanta l'Europa

La Roma d'autore del finto zemaniano

Non s'era mai visto uno zemaniano che imparasse prima a difendere, poi ad attaccare. Pare si sia trovato. E la Roma sta sperimentandone l'effetto. Niente male. Eusebio Di Francesco, già nel nome c'è l'indice di una grandezza calcistica, dicono sia un credente dell'effetto Zeman: sperimentato a Sassuolo, riprovato a Roma ma con i dovuti correttivi. Ovvero: l'importante è non prendere gol, prima del resto. Lo ha detto al via della stagione, messo a capo della squadra più rompi-testa d'Italia, dopo l'Inter. Il risultato per ora è eccellente, e la Roma sta diventando una squadra da scudetto: prima dell'Inter. Forse. Bel testa a testa con Spalletti che, l'anno passato, cominciò ad intuire il senso di qualche rovescio da un 3-0 subito dal Porto, nelle qualificazioni di Champions. Quest'anno la Roma si è riproposta contro il Chelsea, con otto uomini che avevano giocato quella partita, e il 3-0 lo hanno portato a casa gli inglesi.

Merito dell'allenatore? In parte. La regola del calcio vincente non passa dalla mano di un tecnico come vorremmo far credere in Italia: che sia ottimo, SpecialOne come Mourinho o NormalOne come Di Francesco. Passa soprattutto dalla testa e dai piedi dei calciatori. La Roma pare aver trovato il reset di squadra. La guida dell'allenatore si vede negli indirizzi severi: si parla di calcio realistico e non utopistico. Oltre ad una rosa di prima scelta. Allegri e Sarri prenderebbero almeno 3-4 giocatori: veri titolari, non solo innesti da panchina come quelli acquisiti quest'anno. Diciamo Strootman e Nainggolan, Florenzi e Dzeko. Il resto fa gruppo di qualità: da Pellegrini fin a El Shaarawy, all'ottimo portiere Alisson e a Kolarov, uno dei migliori del ruolo in Italia. Perfino Gerson è parso ritrovato dopo le nebbie del passato.

Il risultato di questa riverniciata racconta che mai la Roma aveva trovato un avvio così sprint in Champions (2 vittorie e 2 pari) ed è l'italiana meglio posizionata per concludere in testa al suo gruppo, che appariva girone di ferro. Vogliamo aggiungere le 9 partite in campionato senza subire gol, i successi per 1-0 da tener tutti ad antenne ritte, la miglior difesa di serie A (5 reti), e una partita da recuperare con la Sampdoria. In negativo le sconfitte con Inter e Napoli: ma non tutto è stato buio. Edin Dzeko, con 7 gol dietro ai cannonieri delle squadre top, è un segnale per tutti. Basta che El Sharawy ci metta qualche bordata in più ed anche l'attacco (solo 17 reti) si allineerà alla forza difensiva.

Che dire? Quanto sei bella Roma? Forse.

Molto più solida, tranquilla (Totti in tribuna è un bene per tutti) ed equilibrata degli anni scorsi. Di Francesco sta dimostrando di essere di taglia superiore ai tempi in cui gestiva il Sassuolo. E se non sarà Roma capoccia, di certo questa Roma ha una bella capoccia.

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