Roma-Napoli, il terzo non gode ma il secondo avrà rimpianti

Tanti gol segnati ed entrambe già a quota 80 punti Qualche anno fa sarebbero bastati per lo scudetto

Roma-Napoli, il terzo non gode ma il secondo avrà rimpianti

È il duello più spettacolare e incerto del campionato. Persino più seguito e atteso della sfida tricolore Juve-Crotone e di conseguenza dell'incerto destino sulla terza condannata a retrocedere in B che coinvolge anche Empoli e Genoa. Da qualche settimana lo stanno esaltando le imprese di Roma e Napoli, citate non in ordine alfabetico ma di classifica. Pensare che il loro fatturato punti (81 Spalletti, 80 Sarri), solo qualche anno fa, sarebbe stato il lasciapassare per lo scudetto, offre la dimensione tecnica della volata o lo spessore dei due protagonisti. In gioco c'è molto più del secondo posto.

C'è innanzitutto la garanzia di partecipare alla fase a gironi della Champions che in bilancio ha un valore stimato tra 20 e 25 milioni di euro. Poi, la possibilità di organizzare una preparazione senza vincoli oltre che di accettare (e qui i due club devono ancora raggiungere l'appeal di Inter e Milan che, pure rimaste indietro, hanno già un fitto calendario di appuntamenti in Cina) inviti per tornei che regalano ricchi gettoni di presenza. E infine, specie per chi ha l'obbligo di cambiare panchina come la Roma che non fa più mistero della partenza di Spalletti, c'è tutto il tempo per conoscere il nuovo tecnico e metabolizzare i nuovi sistemi di allenamento. Il terzo posto è un intreccio perverso con i play-off: la recente tradizione italiana, dall'Udinese alla Lazio, passando per le stesse Napoli e Roma, è un doloroso rosario di insuccessi. Solo il Milan di Ancelotti, per due volte, partendo dallo spareggio e dal terzo posto, riuscì addirittura a vincere la Coppa (2003 e 2007).

A giudicare dalle ultime cadenze, Roma e Napoli godono entrambe di eccellente salute psico-fisica. Prendete le due più recenti esibizioni dei giallorossi, tra l'altro senza Dzeko e Strootman: asfaltato il Milan a San Siro, come non era mai successo in tutto il campionato (4-1 e prodigiose parate di Donnarumma a evitare la goleada umiliante), presa a schiaffi la Juve nella sfida che doveva certificare il sesto scudetto consecutivo di Allegri. La marcia del Napoli è ancora più impressionante. I tre tenorini, Callejon, Mertens e Insigne, hanno maltrattato il Cagliari e poi hanno riservato lo stesso trattamento al Toro di Belotti rimasto all'asciutto nel confronto con Koulibaly. Nella sfida di 180 minuti, allora, la differenza può farla solo l'altezza dei rispettivi rivali. La Roma deve passare da Verona (fronte Chievo) prima di chiudere l'era Totti con il Genoa, probabilmente già salvo con la Juve in festa sul Crotone. Il Napoli deve fare i conti con la Fiorentina, e magari rendere anche un servigio al Milan di Montella, prima di presentarsi a Genova contro la Samp. Cammino più complicato per Sarri che ha un grande tesoro a disposizione: il gioco e la valanga di gol fatti (86 contro i 36 subiti). La contabilità di Spalletti è simile: qualche sigillo in meno, 82 gol fatti, 33 subiti, anche qui un solo punto di distacco nel saldo complessivo (49 contro 50). Sabato prossimo entrambe in campo: la Roma alle 18 e il Napoli alle 20.45.

Conoscere in anticipo il risultato del rivale può essere un aiuto o una pressione fastidiosa: dipenderà dalla maturità dei protagonisti e dall'abitudine a vivere sfide così decisive. Garantite le polemiche. Chi comincia?

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