Roma - La partita durata due mesi finisce con un esito atteso e pronosticabile, figlio della fame della Roma (Garcia dixit) e dell'emergenza del Parma, orfano di Cassano in attacco (il barese ha giocato solo una volta su 6 contro i giallorossi) e Paletta in difesa. I quattro squilli della truppa di Garcia, che soffre poco gli emiliani salvo poi concedergli un secondo gol (di Biabiany) sui titoli di coda, sono un chiaro segnale in chiave scudetto alla Juve che ora dista solo otto punti con 21 ancora da assegnare. Noi non molliamo, il messaggio che la Roma fa partire dalla pancia dall'Olimpico, memore di una rimonta storica come quella del Milan che nel 2000 recuperò sette punti in altrettante partite alla Lazio. Intanto è certo il ritorno dei giallorossi nell'Europa che conta, il secondo posto è più vicino, il primo è un sogno che tutti vogliono continuare a coltivare.
Otto minuti iniziali spumeggianti (al netto degli altri otto già disputati sotto il diluvio romano del 2 febbraio) nei quali vanno a segno per due volte Gervinho ma il secondo è in chiara posizione di offside e dunque viene annullato e capitan Totti, alla ventesima rete agli emiliani che restano la sua vittima preferita. Nel mezzo la rete di Acquah che sembra più un incidente di percorso in una serata che si rivela più agevole del previsto. Il bottino lo completano Pjanic e Taddei che diventa alla faccia della scaramanzia il 17° giocatore della Roma in gol nella stagione.
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