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Roma supera l'esame dei Coe, Malagò ha fiducia per i Giochi 2024

Il presidente del Coni alla chiusura del congresso dei Comitati Olimpici Europei: "Abbiamo più chance di candidarci". Ieri visita da Papa Francesco: "È tipico dell'attività sportiva unire e non dividere"

Roma supera l'esame dei Coe, Malagò ha fiducia per i Giochi 2024

Roma supera l'esame davanti ai Comitati olimpici europei con un «percorso netto» e ora l'Italia ha «molte più chance di candidarsi alle Olimpiadi». Giovanni Malagò tira le somme al termine dell'impegnativa due giorni in cui il Coni ha fatto da padrone di casa con i vertici dello sport europeo, fra i quali 30 membri del Comitato olimpico internazionale (Cio) che fra circa quattro anni saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza sulla sede delle Olimpiadi del 2024.
Un'occasione per fare lobbying che, in attesa dell'ufficialità sulla candidatura italiana per i Giochi, il presidente del Coni sente di avere sfruttato a pieno. «Non è stata una prova di forza perchè le prove di forza sono sempre sbagliate - precisa il numero uno dello sport italiano -. Ma noi come Coni abbiamo dato un segnale di grande credibilità e opportunità». La due giorni romana è culminata con la visita odierna da Papa Francesco che Patrick Hickey, presidente del Coe rieletto per un terzo mandato quadriennale, definisce «storica». «Desidero incoraggiare le istituzioni e le organizzazioni come la vostra, che propongono, specialmente alle giovani generazioni, itinerari sportivi di formazione alla pace, alla condivisione e alla convivenza tra i popoli, è tipico dell'attività sportiva unire e non dividere - così il Pontefice durante l'udienza ai delegati dei Comitati olimpici europei, presente anche il presidente del Cio Thomas Bach -. Anche i cinque anelli intrecciati, simbolo e bandiera dei Giochi Olimpici, stanno proprio a rappresentare lo spirito di fratellanza che deve caratterizzare la manifestazione olimpica e la competizione sportiva in generale».
«Venerdì sera ero molto stanco ma felice», racconta Malagò, ancora più ottimista sulle possibilità italiane dopo l'incontro fra il premier Enrico Letta e Bach. Archiviata la parentesi del Coe, Malagò continuerà a dedicarsi al sogno olimpico: «Nei prossimi mesi dovremo continuare a capire e ascoltare le persone che hanno veramente voce in capitolo nel Paese e che possono esprimere opinioni, in modo che nessuno si svegli dalla mattina alla sera dicendo che la decisione è stata presa senza che sia stato interpellato. Magari ascolteremo anche qualche idea sulla progettualità. Penso che questo operato sia molto apprezzato sia dai miei interlocutori istituzionali che dal Cio».
Il 9 giugno 2014, giorno del centenario del Coni, il sogno di una nuova candidatura italiana e di Roma dopo il «no» di Mario Monti a quella del 2020 potrebbe diventare realtà. Malagò ancora non si sbilancia: «Per i 100 anni del Coni è giusto invitare i colleghi di tutti i comitati olimpici del mondo e i membri del Cio. Poi il fatto che tutti desiderino che Roma possa concorrere alla gara delle Olimpiadi sì, ma bisogna anche stare con i piedi per terra. In queste circostanze sono tutti amici, ma chi naviga per questi mari sa benissimo che c'è anche un gioco delle parti. Quello che è sicuro è che la gente a Roma viene molto volentieri. Questa assemblea passa alla storia e la visita al Santo Padre è la degna conclusione di due giorni straordinari.

Il Coe e il Coni sono due facce della stessa medaglia e questo vale per oggi e per il futuro».

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