Marcello Di Dio
Roma Sessantanove tiri effettuati, dieci gol segnati. È il bilancio della Roma nel trittico con le piccole (Verona, Benevento, Udinese) in sette giorni. Un en plein di punti che riporta la squadra giallorossa a ridosso della vetta e risolve molti dei problemi che si presentavano allo start della stagione, dall'allenatore e idee di gioco nuove a una truppa con tanti volti diversi.
Di Francesco doveva smussare alcuni spigoli, acquistare fiducia in un ambiente sempre pronto alla critica ai minimi scricchiolii e recuperare Edin Dzeko alla causa dopo i leggeri mal di pancia manifestati dal bosniaco al fischio finale della prima europea con l'Atletico Madrid. «Quando si cambia c'è sempre scetticismo, ma io sono sereno perché credo in quello che faccio», sottolinea l'allenatore. Serviva un cammino soft per ridare slancio a una truppa ferita dal pesante ko con l'Inter nonostante una buona prestazione per 70 minuti, ma per capire la reale dimensione dei giallorossi bisognerà attendere gare più probanti. «Siamo stati criticati troppo presto, ma il gioco sta migliorando, stiamo lavorando bene e credo che quest'anno ci si possa divertire», il messaggio di Nainggolan.
Il tecnico della Roma parla di un gruppo non lontano da Napoli e Juve, la squadra comincia a recitare senza bisogno di dover controllare continuamente il «gobbo», ma la partita di domenica prossima con il Milan sarà un primo esame per capire se Di Francesco ha ragione. Intanto si gode la terza vittoria di fila, i gol e lo spettacolo del suo collettivo, le reti (sei in 5 gare) e gli assist di Dzeko, la prima da centravanti di Defrel seppure per venti minuti (era rimasto fuori all'inizio per un problema alla caviglia), il rilancio di Florenzi ed El Shaarawy (per il Faraone prima doppietta in serie A all'Olimpico da quando veste la maglia giallorossa). E può persino sorridere per il primo errore dal dischetto di Perotti a gara già archiviata, pur non digerendo molto la rete incassata sui titoli di coda da Larsen. In attesa di ritrovare il pezzo migliore della campagna acquisti, lo Schick costato 42 milioni ma finora più in infermeria che in campo.
L'Udinese paga i suoi errori - clamoroso quello di Larsen per il 3-0 romanista - soprattutto nel primo tempo, anche per le scelte iniziali sbagliate di Delneri
(la cui panchina continua a essere in bilico, decisiva sarà Udinese-Samp di sabato). Solo a gara decisa, i friulani danno qualche segnale di vita con un modulo e interpreti diversi, ma per loro sarà una stagione durissima.
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