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Rugby, è caos al raduno della nazionale italiana

La federazione ha rivisto al ribasso i premi, legandoli ai risultati e non alla sola presenza in Nazionale. I giocatori non l'hanno presa bene: "Noi cacciati dal ritiro"

Rugby, è caos al raduno della nazionale italiana

Bufera tra la nazionale italiana del rugby e la federazione. I giocatori si sono rifiutati di scendere in campo e sono tornati a casa, dopo che la federazione ha rivisto al ribasso i premi, legandoli ai risultati e non alla sola presenza con la magli azzurra. La nazionale era in ritiro a Villabassa (Alto Adige) per la preparazione estiva in vista della Coppa del mondo che si disputerà tra qualche mese in Inghilterra. "Sono deluso dall’atteggiamento assunto dagli atleti - ha detto il presidente federale Alfredo Gavazzi - non tanto per la situazione contingente ma perché tale decisione denota la non volontà di investire sulle proprie capacità sportive".

Federazione e giocatori stavano litigando da qualche settimana, dopo che Giavazzi aveva annunciato l’intenzione di rivedere al ribasso i gettoni di presenza in nazionale, riducendoli e integrandoli con un premio partita ulteriore. Decisione motivata anche dai risultati non proprio esaltanti delle ultime partite a livello internazionale, con gli azzurri finiti al 15° posto del ranking. Ma i giocatori l’hanno presa malissimo e vani sono stati i tentativi di mediazione. Molto contrariata la Fir che sul sito federale afferma di aver "preso atto della volontà manifestata dai giocatori di non prendere parte agli allenamenti e di non indossare materiale sportivo Fir sino al raggiungimento di un accordo economico".

La Fir aggiunge che ciò "non cambia la volontà del Consiglio federale - pienamente condivisa dallo staff della Nazionale - di raggiungere un accordo economico con i giocatori basato non sulla semplice partecipazione alle finestre internazionali ma su concreti principi meritocratici legati alla performance. Principi che, come già ribadito pubblicamente dai vertici federali, saranno alla base di tutti i futuri accordi tra Fir e atleti della Nazionale. Una proposta definitiva è già stata presentata, in questi termini, ai rappresentanti dei giocatori".

I giocatori: "Noi cacciati dal ritiro"

"Non siamo stati noi ad andare via ma i responsabili della Fir hanno dichiarato lo scioglimento del raduno invitandoci ad andarcene": è la dura presa di posizione del sindacato dei giocatori di rugby che via Facebook parla di "dichiarazione inveritiera Fir. I giocatori si sono tutti presentati al raduno e resteranno al raduno. A questo punto chi si è assunto la responsabilità di fare un comunicato lesivo dell’onore e del decoro sportivo di ben 40 atleti nazionali di rugby, si assumerà le proprie responsabilità di fronte agli organi di giustizia sportivi e ordinari", si legge nel comunicato dei rugbisti. "La verità è tutta un’altra: stamattina i giocatori hanno chiesto un incontro al presidente Gavazzi, il quale l’ha negato per impegni personali. Vista la situazione generale, i responsabili della Fir hanno dichiarato lo scioglimento del raduno invitando i giocatori ad andarsene. Tuttavia, per rigirare la situazione a proprio favore, contestualmente all’ordine di allontanarsi dato ai giocatori è stato divulgato un comunicato che, come detto, ha rappresentato i fatti in maniera difforme dal vero. Ciò fatto, è arrivato un invito a Calvisano all’indirizzo di una delegazione di rugbisti: in parole povere, prima si è sparato contro gli azzurri e poi si è tesa loro la mano".

"Vero è, piuttosto - si legge ancora nel comunicato - che nessun accordo è stato raggiunto tra i Nazionali di Rugby e la Fir. E non ci si riferisce solo alla questione dei compensi, ma anche a tutte le altre tematiche già messe sul tavolo della trattativa. I presupposti per la riuscita della spedizione azzurra ai Mondiali di Londra, dunque, sono pessimi, e non si vedono margini per ricucire lo strappo. Tutto ciò che Parisse & co. chiedono è solo una riapertura del dialogo ed un incontro di persona con il presidente, che sembra avere, tuttavia, impegni più pregnanti. Mandare tutti a casa, dunque, è il bel modo di affrontare i problemi, e ancora 'migliore' è il tenore dell’odierno comunicato stampa federale. Che almeno si usi l’onestà intellettuale
di presentare la realtà dei fatti in modo chiaro. Non ci sono parole", conclude il sindacato che in un altro post fa sapere che "la Fir ha comunicato ai club di provenienza che i giocatori da domani sono a loro disposizione (cos se non si presentano agli allenamenti rischi".

Malagò: sì ai premi legati ai risultati

"La cosa non è chiara - dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a Baku per i Giochi Europei - ci sono due versioni. Io però non mi nascondo dietro a un dito e posso dire che sono assolutamente d’accordo sul fatto di stabilire dei premi sulla base dei risultati. Questo non solo per il rugby ma per tutte le federazioni. Ovviamente bisogna capire cosa si è detto prima e quali impegni c’erano, però come linea non è sbagliata. Se poi ci sono delle aspettative diverse, soprattutto sono stati presi degli impegni diversi, io questo onestamente non lo so. Aspettiamo a buttare benzina sul fuoco e vediamo se tutto rientra nelle logiche del buon senso -prosegue il n.1 dello sport italiano.

Mi ricordo che a suo tempo parlai con Alfredo Gavazzi (presidente della Fir, ndr) di questo tema e ribadisco che mi sembra una cosa di buon senso se c’è una questione legata non solo alla presenza ma a quello che è il risultato".

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