La Russia di Capello: «Vi cambio il chip per vincere»

Si presenta nella sede di Mosca dell'agenzia russa Ria Novosti in completo grigio e cravatta scura. Da ieri Fabio Capello è il ct della Russia fino al 2014 (stipendio intorno ai 7 milioni di euro l'anno, con possibili bonus ma tassato al 13% perché il tecnico vivrà a Mosca), obiettivo qualificazione al Mondiale brasiliano, primo impegno il 15 agosto con la Costa d'Avorio. Conferenza fiume (iniziata con un'ora di ritardo per alcuni dettagli da definire sul contratto) con giornalisti collegati da Roma e Londra.
Capello, in Russia il suo arrivo è quasi l'evento dell'anno...
«Sono orgoglioso di essere il Ct della nazionale, che penso abbia un grande potenziale. Cercherò di fare del mio meglio».
La sua ricetta per rilanciare la nazionale?
«Svecchiare la squadra attingendo in particolare all'Under 21 ritrovando l'orgoglio della maglia e l'amore dei tifosi. Sfrutteremo le amichevoli per far fare esperienza ai giovani, la presenza dei veterani è importante ma solo se sono leader positivi. E poi, perché no, aprire ai calciatori con doppia nazionalità, lo fanno tutte le grandi nazionali. Intanto però è necessario trasmettere la voglia di vincere e di essere competitivi in ogni partita. Il vero motore è la testa, non le gambe. Guardate la Spagna: per anni non ha vinto niente anche se i club conquistavano trofei. Poi ha cambiato il chip nella testa ed è diventata la più forte del mondo».
Nel suo staff ci saranno tanti italiani.
«Galbiati e Panucci saranno i miei collaboratori di campo, Oreste Cinquini, persona adatta a questo tipo di lavoro, il mio braccio destro in Russia, Neri e Tancredi i preparatori atletici. Baldini? Non avrebbe potuto seguirmi, ha un contratto con la Roma. Io mi stabilirò a Mosca con mia moglie, gli altri si sposteranno invece solo in occasione delle partite. In più ho chiesto alla federazione 5 collaboratori russi, tra cui un interprete che trasmetta ai giocatori il mio modo di vedere il calcio».
C'è chi dice che sia stato Berlusconi a consigliarla a Putin.
«Amicizia e rispetto per Silvio Berlusconi, ma in questa scelta non è intervenuto per nulla. Sono stato invitato dal ministro dello Sport Mutko durante un convegno a Roma, la sera stessa avevo un aereo per Mosca».
Lei disse che dopo l'Inghilterra non avrebbe più allenato.
«Non aver giocato gli Europei con l'Inghilterra, dopo averli preparati per due anni, mi ha fatto venire la rabbia e la voglia di continuare. È come quando ti annullano dei gol validi, senti la rabbia di subire un'ingiustizia. Ma per contratto non posso parlare della nazionale inglese».
Capitan Arshavin è stato freddo dopo la delusione dei tifosi per l'uscita dagli Europei.
«Voglio incontrarlo al più presto, probabilmente in Germania durante una partita del suo Arsenal, e sapere cosa è successo».
Ha parlato con Spalletti, che allena allo Zenit. Cosa le ha detto?
«Abbiamo parlato a 360°, dalla vita in Russia al calcio russo, sarebbe lungo raccontare tutto».


Cosa pensa del campionato?
«Mi fa piacere che il calendario si sia adeguato a quello dei principali tornei d'Europa, mi preoccupano la bassissima percentuale di russi che giocano in Premier league (sono solo 64, il 35 per cento) e l'età media alta dei giocatori».
Andrà al teatro Bolscioi?
«Ci sono stato a dicembre, ho già guardato il programma degli spettacoli della stagione, ma ora devo pensare alla Nazionale».

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