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La Russia non sa vincere Va a casa anche zar Fabio

Un altro pari per Capello, tradito da un'uscita a vuoto di Akinfeev. Non solo Nigeria, con l'Algeria per la prima volta due squadre africane agli ottavi

La Russia non sa vincere Va a casa anche zar Fabio

Arbitro Rizzoli a parte, anche l'ultimo pezzo d'Italia lascia il Brasile. L'eliminazione di Fabio Capello è una solenne bocciatura per la scuola dei tecnici italiani. Oggi a dettare legge sono i vari Sampaoli, Pinto, Wilmots, mentre i nostri allenatori che davano lezione in tutto il mondo sono in crisi. Certo, resta il trionfo di Ancelotti nella finale di Champions League, ma l'uscita al primo turno dei Mondiali di Prandelli, Zaccheroni e Capello ci toglie la nomea di allenatori più bravi, preparati e competenti.

Così è l'Algeria a regalarsi una storica qualificazione e visto che negli ottavi i maghrebini sfideranno la Germania, non si può non tornare con la memoria alla sfida del 1982. Nel torneo in cui l'Italia poi trionfò a Madrid, gli algerini batterono la Mannschaft salvo poi essere eliminata al primo turno per il «biscotto» tra tedeschi e austriaci. Era la squadra di Madjer, da ieri raggiunto nel numero di presenze mondiali dal difensore Halliche.
Un tecnico con la panchina a tempo (Halilhodzic), un altro blindato dalla federcalcio russa con un contratto da 8 milioni l'anno (Capello). In Algeria si fa già il nome del sostituto dell'allenatore bosniaco (il Lamouchi silurato dalla Costa d'Avorio), in Russia iniziano ad arrivare le prime critiche della stampa al tecnico di Pieris, posto al centro del progetto che dovrebe compiersi quando il Mondiale approderà in Russia fra 4 anni. Sempre che l'eliminazione di ieri non cambi le carte in tavola e porti a un clamoroso ribaltone in casa russa. Dove bisognerà lavorare molto su una squadra ancora giovane e immatura che sta vivendo una fase di passaggio.

E sull'eliminazione - che scatenerà i media locali che imputano a Capello l'accantonamento di alcuni senatori - pesa il nuovo errore di Akinfeev. Don Fabio era stato coraggioso a confermare il portiere, reo di un errore fatale contro il Belgio, e l'esperto numero uno del Cska Mosca ha fallito ieri l'uscita sul gol qualificazione di Slimani. Che sulle orme del già citato Madjer, diventa una sorta di eroe nazionale: il 26enne attaccante dello Sporting Lisbona, che nel biennio in cui ha vestito la maglia delle Volpi del deserto ha segnato un gol ogni due partite, regala alla sua nazionale una qualificazione mai raggiunta nelle tre precedenti partecipazioni. Un risultato meritato per la nazionale forse superiore anche a quella che vinse due partite nel Mundial spagnolo. Un successo anche per il continente nero che porta per la prima volta due nazionali agli ottavi di finale (l'altra è la Nigeria).
I quattro squilli dell'Algeria contro i sudcoreani erano suonati come un pericoloso campanello d'allarme per la Russia, chiamata a vincere per non chiudere l'avventura già nella fase a gironi come avvenuto nei precedenti del 1994 e del 2002. E il gol costruito con tre tocchi fino alla zuccata vincente di Kokorin sembra mettere sui binari giusti la partita. La Russia tutta made Prem'er Liga (la serie A locale) appare compatta e può sfruttare le ripartenze concesse dagli algerini senza scoprirsi più di tanto.

Ma la squadra ha poco movimento in avanti e gli africani, con la forza dell'orgoglio e il regalo di Akinfeev, riescono a conquistare il prezioso pari. La squadra di Halilhodzic difende con affanno il risultato, considerando anche che gli ultimi otto gol subiti ai Mondiali erano arrivati tutti nei secondi tempi.

Inutile il forcing finale della squadra di Capello: la Russia allunga a cinque sfide la sua striscia negativa nella partite del torneo iridato, dove non vince ormai dal 2002 (2-0 a un'altra africana, la Tunisia) e saluta il torneo. Come in Sudafrica, saranno solo sei le europee nella fase a eliminazione diretta.

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