Sagan, le due ruote dicono addio al ciclista per forza

Preferiva motocross e mountain bike, ora infatti punta al cross country ai Giochi di Parigi 2024

Sagan, le due ruote dicono addio al ciclista per forza

Ha scelto la prima corsa dell'anno per annunciare che questa sarà la sua ultima stagione. Ha scelto il giorno del suo 33esimo compleanno per tirare le somme, anche perché a lui il totale non è mai interessato più di tanto. Ha deciso di chiudere la sua avventura nel mondo delle due ruote come l'aveva iniziata a nove anni, vale a dire nel fuoristrada, ambendo fin da ora a partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 nel cross country olimpico.

È stato campione di ciclismo suo malgrado, perché ad una corsa su strada, dove è stato un fenomeno assoluto, ha sempre preferito la mountain-bike o il motocross, sport più vivi e adrenalinici, più brevi e intensi. Per il campione slovacco il ciclismo è sempre stato troppo noioso e nel suo piccolo ha provato a renderlo meno ingessato con le sue uscite, le sue improvvisazioni, le sue saganate.

Si palesò al mondo nel 2010 quando fece saltare la mosca al naso ad uno dei mamma santissima del gruppo, Fabian Cancellara. Irriverente ed esuberante, a Peter non interessava la gerarchia del gruppo, lui era Sagan. «Non ha rispetto per gli avversari», diceva lo svizzero. «Io ho rispetto per gli sportivi, che hanno il diritto di divertirsi», ribatteva lo slovacco.

Con Sagan il ciclismo ha trovato una nuova narrazione e un personaggio che ha condotto questo sport in nuovi luoghi inesplorati. Ieri, con alle spalle le immagini delle corse più belle da lui vinte, ha dato appuntamento a fine stagione per i saluti. «Vedrete, non ci ripenserò!».

Non è per una questione di

soldi o prestazioni, dipende solo da ciò «che voglio per me». E lui vuole divertirsi, con la leggerezza di Marlon, il suo bimbo di 5 anni. «Me lo sono goduto poco, adesso voglio vederlo crescere». Anche questo è Peter Sagan.

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