Samp-Salernitana, la sfida al veleno tra riesumata e infuriata

I guai del Brescia hanno dato ai doriani la chance di giocarsi la permanenza in B contro i granata

Samp-Salernitana, la sfida al veleno tra riesumata e infuriata
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Mentre il mondo del calcio fatica a scaldarsi per il nuovo Mondiale per club voluto da Gianni Infantino, scattato nella notte con Al Ahly-Inter Miami (avesse detto), il nostro piccolo mondo antico e provinciale si focalizza stasera su Sampdoria-Salernitana, andata del playout di serie B, la sfida più velenosa e grottesca dell'anno, celebrata nel torrido di questo giugno, ma resa ancora più bollente da ricorsi, controricorsi e altri atti giudiziari pendenti che potrebbero rendere infinita l'estate del pallone, con la prospettiva di ritrovarci come una ventina d'anni fa addirittura con una prossima serie B a 21 squadre.

La Salernitana, infatti, si è vista respingere l'istanza cautelare che chiedeva la sospensione del playout in attesa dell'udienza del prossimo 19 giugno, e quindi dovrà presentarsi stasera a Marassi nello spareggio reinventato dopo la penalizzazione del Brescia. I campani infatti avrebbero dovuto affrontare il Frosinone, che è stato graziato dai pasticci di Cellino, e invece ritrovano la Sampdoria che dalla camera mortuaria (la prima retrocessione in C della sua storia) è stata riportata in rianimazione (l'inatteso playout) addirittura con speranze di resurrezione, che a Genova vorrebbe soprattutto dire rispedire al mittente il mare di sfottò genoani subiti in questo mese. Già, perché in questo calcio malato e distorto all'inverosimile, Samp e Salernitana tornano in campo a distanza di 33 giorni esatti dall'ultimo turno di campionato. Una vita fa. Soprattutto per chi era sprofondato nel dramma dell'umiliazione e, con un colpo di fortuna inatteso, può rivedere la luce.

Un caos totale, proprio mentre continuano a fallire club storici di B e di C e uno studio del Sole 24 Ore ci fa sapere che il calcio di provincia in queste due serie ha accumulato in cinque anni un rosso di un miliardo e mezzo. Forse, oltre al problema del ct azzurro, questa federazione ha problemi strutturali ben più gravi di cui occuparsi.

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