Sarà un tempo supplementare lungo 124 partite

Per fortuna non è stato necessario ricorrere all'algoritmo ma debbo presumere che la riflessione debba essere stata lunga e tormentata se, per definire il calendario e i relativi orari, sono state necessarie giornate e ore di discussione e di riunioni

Sarà un tempo supplementare lungo 124 partite

Per fortuna non è stato necessario ricorrere all'algoritmo ma debbo presumere che la riflessione debba essere stata lunga e tormentata se, per definire il calendario e i relativi orari, sono state necessarie giornate e ore di discussione e di riunioni. Così stanno le cose di football in Italia, là dove le task force vanno via come il pane e anche il governo calcistico si adatta a questo apparato burocratico e noioso. Gli spagnoli ci hanno preceduto, annunciando che due partite verranno giocate addirittura alle 13, seguendo tuttavia le previsioni meteo che potrebbero far slittare nel tardo pomeriggio il fischio d'inizio, in controtendenza ai capricci della nostra assocalciatori che ritiene pericoloso l'orario pomeridiano delle 17.15. Si ricomincia pensando di portare a termine ciò che, in verità, è già terminato ed ha un supplementare di centoventiquattro partite totalmente staccate, anomale dal campionato regolare. Lionel Messi ha detto che nulla, né la vita né il calcio, sarà come prima. Ma per i presidenti della serie A italiana tutto è come prima, più di prima. Fino a qualche giorno fa erano in ginocchio, chiedendo pietà ed elemosina per i loro bilanci frantumati, oggi sono già in chiacchiericcio per il calcio mercato. Non c'è limite alla vergogna ridicola ma per fortuna arriva il pallone, quello giocato, anche se sarà operetta, nei riti e nelle procedure, come accade in Bundesliga, dopo ogni gol scatta il party interruptus, con tocchi di gomito e balletti a distanza. Sta di fatto che la voglia sia tanta, dopo l'astinenza forzata. Resta la preoccupazione, che può trasformarsi in ansia, di nuovi casi di positività e di contagio, ufficiali e non mascherati come la vicenda di Gasperini, che potrebbero far saltare il presepe rimesso assieme da Gravina.

La notizia che in Brasile, nella città di Rio de Janeiro, 44 calciatori, di cui 16 del Vasco de Gama, 5 del Flamengo, 7 del Bangu, 2 del Portuguesa, 8 del Nova Iguaçu e 3 dell'America, si siano ritrovati tutti assieme infetti da virus è spaventosa ma quello, come si dice, è un altro football, un altro mondo. Parola di Bolsonaro.

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