Sassuolo guastafeste: un ex rovina ancora la corsa della Roma

Di Francesco, allenatore degli emiliani, aveva vinto lo scudetto 2001. Garcia: "Senza quattro attaccanti chiunque avrebbe problemi"

Sassuolo guastafeste: un ex rovina ancora la corsa della Roma

Roma - La coperta da record è diventata corta. Così come sta sfiorendo un po' del fascino di quella macchina perfetta capace di stupire l'intera Europa calcistica. La seconda frenata consecutiva della Roma porta la firma di un altro ex: dopo Cerci, tocca all'Eusebio Di Francesco campione d'Italia con la truppa di Capello nel 2001. Il suo Sassuolo si conferma ammazzagrandi, dal pari sotto i riflettori contro il Napoli a quello conquistato sui titoli di coda all'Olimpico. Un autogol stava bastando alla Roma per continuare a dominare il campionato e per disinnescare al momento le ambizioni delle inseguitrici, poi il guizzo di Berardi a fil di sirena si è rivelato per un colpo basso ai giallorossi, che trovano il semaforo rosso all'ultimo incrocio (tanto per richiamare una delle tante massime di Garcia). Un campanello d'allarme per una fuoriserie arrivata quasi «in folle» alla sosta del torneo.
Da tre settimane manca Francesco Totti, ieri di nuovo sistemato in tribuna dopo aver allietato il settore famiglie dello stadio tra foto e autografi. Non è un'assenza da poco, al di là del carisma del capitano: da quando non c'è lui, la Roma ha perso il suo faro e soprattutto segna meno gol. Se poi aggiungiamo l'assenza di Gervinho, bloccato da uno stiramento e ora chiamato a rimettersi in carreggiata con la nazionale della Costa d'Avorio a caccia di un pass mondiale, ecco che il rendimento offensivo non può che essere penalizzato. Così, se con Udinese e Chievo erano bastate le prodezze di Bradley e Borriello, con Torino e Sassuolo l'unica rete di vantaggio non è bastata per arrivare al traguardo dei tre punti.
Ieri poi lo stop di Borriello (sospetta distorsione alla caviglia sinistra) ha penalizzato ulteriormente la Roma. «Dovevamo chiudere la partita, se non segni il secondo gol può succedere di tutto - il mea culpa di Garcia -. Ma senza quattro attaccanti, qualunque squadra avrebbe problemi. Adesso spero che la Costa d'Avorio in questa settimana gestisca Gervinho in maniera intelligente».
In attesa del rientro di Destro («appena sarà a posto, ci darà di grande aiuto», così Garcia), Ljajic sfoggia un nuovo look fisico (niente più ciuffo in testa) e calcistico (pochi ricami dai piedi), ma spreca tante occasioni per demeriti suoi e meriti di un insuperabile Pegolo. «Adem ha creato tanto, ma non è stato fortunato - la considerazione di Garcia che deve attaccarsi all'estro dell'unica vera punta di ruolo ancora “sana” -. Ha fatto una buona gara, non eccezionale perché non ha segnato». «È colpa mia, non era giornata, ma sul secondo contatto in area (con Marrone, ndr) c'era fallo. In Italia non si può parlare degli arbitri, l'ho fatto una volta e mi hanno squalificato», recrimina Ljajic anche per il giallo ritenuto eccessivo.
Da applausi l'impresa del Sassuolo che si sta calando bene sul difficile palcoscenico della serie A e che coglie il quarto risultato utile nelle ultime 5 partite.

«Quei sette schiaffi subiti dall'Inter ci hanno fatto capire che dovevamo cambiare qualcosa. E a Roma siamo venuti per giocarcela, negli ultimi venti minuti avevo in campo quattro punte», così Di Francesco. Che forse da ieri avrà qualche amico romanista in meno...

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