Scontri fuori, fischi dentro. Gli azzurri ad alta tensione conquistano la speranza

Clima pesante. Contro Israele Gattuso & C. stentano in avvio, poi ci pensano il "saudita" Retegui e Mancini

Scontri fuori, fischi dentro. Gli azzurri ad alta tensione conquistano la speranza
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L'errore dal dischetto a Tallinn senza conseguenze, la trasformazione vincente dagli undici metri (la 100ª della storia azzura) a Udine - come era accaduto un anno fa -. E poi la conclusione precisa dal limite dopo aver riconquistato palla. Mateo Retegui raggiunge, anzi supera la doppia cifra realizzativa in azzurro, nella serata più importante, quella che con grande sofferenza fa finalmente pronunciare all'Italia la parola play-off.

Nel segno del nove, ancora una volta. Non siamo la Norvegia, che a Israele quattro giorni fa ne aveva infilati cinque. Ma se un anno fa, con Spalletti e in Nations League, ne segnammo quattro, ieri ci siamo fermati a tre (con la zuccata finale di Mancini, dopo la terza doppietta in azzurro del Chapita emigrato in Arabia). È la media di reti del nostro nuovo Ct, mai nessuno come lui. E con la matematica ora dalla sua, Gattuso - quarta vittoria su 4 nelle prime gare come i predecessori Fabbri, Vicini e Conte - va al sodo, analizzerà le difficoltà della serata e inizierà a preparare quel percorso che fra 162 giorni lo porterà ad affrontare il primo dei due spareggi per il Mondiale.

Non era facile giocare con la mente sgombra la gara della discordia. Fuori dallo stadio di Udine, a circa quattro chilometri, il nutrito corteo Propal pacifico per tre ore prima dell'arrivo dei black bloc con scontri tra manifestanti e forze dell'ordine in una città pure blindata. Dentro il Bluenergy circa 10.000 spettatori che hanno cercato di spingere l'Italia in un'atmosfera più tranquilla. Subito fischi, mitigati però da applausi, all'inno israeliano (150 i tifosi biancoblu sugli spalti). Poi il minuto di silenzio per i carabinieri morti nell'esplosione di un casolare a Castel d'Azzano, nel Veronese.

Il piano tattico di Gattuso è già noto: difesa a tre per dare più equilibrio alla squadra, memore dei 4 gol incassati a Debrecen e Locatelli frangiflutti davanti alla retroguardia. Raspadori, preferito in partenza a Pio Esposito, deve fare da raccordo tra attacco e centrocampo ma i nostri avversari leggono bene la sua posizione, limitando la sua rapidità. Retegui si ritrova così a lottare uno contro tre mentre la difesa accusa qualche crepa e si schiaccia troppo all'indietro con Israele che riesce a creare un paio di ripartenze pericolose: Gloukh non inquadra la porta, Solomon testa i riflessi di Donnarumma, voglioso di far dimenticare la papera di Tallinn.

Quando nel finale di tempo Retegui si procura e trasforma il rigore, Gattuso tira un sospiro di sollievo. E corre subito ai ripari: dentro Pio Esposito per Raspadori per avere un maggior peso offensivo. Ma la serata resta di sofferenza, Donnarumma regala un'altra parata pesante.

Fino al bis di Retegui che toglie ogni patema, Pio Esposito che sotto porta manca della cattiveria giusta e Mancini di testa cala il tris. Moldova e Norvegia (irraggiungibile al 1° posto) gli ultimi test di novembre. E il 21 dello stesso mese conosceremo gli step per evitare un altro disastro.

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