Lo scudetto tra due squadre mai così in alto. Menetti e Sacchetti coach più cuore che lavagna

Due settimane, da questa sera, diretta su Raisport dalle 20.45, se si dovesse arrivare alla bella della settima partita del 26 giugno, giocando ogni due giorni, per scoprire chi, fra Reggio Emilia e Sassari, mai finaliste prima nella loro storia, avrà il diritto di prendersi lo scudetto del basket.

Squadre con dentro qualcosa di speciale che Venezia e Milano, cadute alla settima stazione di una via crucis che hanno voluto loro, che pure sembravano più forti, non hanno avuto. Venezia è andata oltre i suoi sogni, ma ha sbagliato l'ultima recita. L'Emporio Armani vede volar via le mosche dal pugno che avrebbe voluto dare alla stagione, peccando più di tutti, avendo più degli altri, uomini, soldi, ambiente, 12.000 per la partita della dannazione contro i sardi, reagendo male alla sconfitta. A Milano hanno subito cercato in Luca Banchi l'unico colpevole, l'allenatore ha scelto la via di fuga incolpando giocatori certamente colpevoli, ma la sostanza è che tutti, partendo dalla società sono alla sbarra. Ora si pensa che con Pianigiani o, magari, con Djordjevic, due tecnici famosi che vedremo in battaglia con Italia e Serbia al prossimo europeo di Berlino, tutto verrà rimesso a posto. La rabbia fa vedere nero e non la realtà. I pesci puzzano dalla testa societaria.

Comunque sia le "favorite" stanno a guardare e da oggi vivremo questa favola. La Sardegna, come ai tempi di Gigi Riva nel calcio cagliaritano, a tifare per Sassari e al suo bel progetto iniziato quando ha fatto firmare l'allenatore Meo Sacchetti nei giorni dei sogni. Per Reggio Emilia, che avrà il vantaggio del fattore campo, un palazzetto spelonca, impresa vera in una stagione piena di infortuni eccellenti, capolavoro di Max Menetti, altro allenatore discusso nella stagione, forse negli anni, l'unico che possa vantarsi di aver puntato tutto sugli italiani, del vivaio, ma anche quelli da rigenerare come il Cinciarini, il vero simbolo del gruppo, scartato da Cantù. Certo gli uomini chiave vengono da Est. Assi lituani. Il trentottenne Kaukenas, che ha vissuto tutta l'epopea senese, e il Lavrinovic che sembrava fuori gioco per uno stiramento, ma che dopo operazioni, tanti guai, merita davvero la gigantografia su uno dei palazzi di Reggio.

Il peso, la statura, direbbe che Sassari è favorita, ma stasera non avrà per squalifica il Lawal che con i suoi 21 rimbalzi ha fatto diventare rane dalla bocca larga i privilegiati della Milano che non poteva e non doveva perdere. Reggio ha scelto la fanteria leggera, la difesa, la teoria di Alì per battere i colossi: pungi come un'ape, vola come una farfalla.

Battaglia fra allenatori che sanno sussurrare ai cavalli, poca lavagna, molta ricerca nell'anima degli uomini che dovranno fare l'impresa.

Prima finale per tutti e due, il Max Menetti che non conosce la paura, il Meo Sacchetti, grande nelle nazionali di Gamba, che la sua unica finale da giocatore quando era a Varese la saltò per un brutto infortunio al ginocchio.

Il programma: Oggi e martedì a Reggio Emilia. Gara tre e quattro a Sassari il 18 e il 20, eventuale quinta a Reggio il 22, sesta a Sassari il 24, bella in Emilia il 26.

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