E magari alla fine potremo anche definirla una bella giornata di sport. E come no. Per noi la bella giornata di sport, una normale giornata di sport, è quella perfettamente rappresentata a Bergamo, per Atalanta-Roma.
Le premesse sono sin troppo note: una storica e cattiva rivalità tra le tifoserie, quest'estate gli ultrà bergamaschi sfruttano la loro festa annuale per schiacciare un'auto giallorossa con un carrarmato (!), i romani assicurano una pronta rappresaglia alla prima occasione utile.
Ed eccola finalmente qui, l'occasione utile. Per l'occasione, una settimana di ininterrotti appelli a tenere le mani a posto da parte di sindaci, prefetti, allenatori, giocatori. In sostanza musica suadente per le orecchie degli ultrà, il cui vero scopo nella vita è sentirsi al centro dell'attenzione e molto temuti.
Il resto è ai confini della realtà. Le autorità di sicurezza, per evitare la guerra mondiale, impiegano in città 550 agenti, tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani. Un esercito, nè più, nè meno. La tranquilla Bergamo diventa improvvisamente una città al fronte, con la gente impegnata nel week-end a chiedere informazioni sui percorsi da evitare e sugli orari più rischiosi.
Sull'intero affresco, domina la lettera aperta del sindacato di polizia, amarissima: signori cittadini, questi 550 uomini impegnati a garantire la pace sociale in una domenica di calcio, automaticamente non saranno domani ai loro posti abituali, allo sportello dei passaporti, nelle ronde contro gli scippatori, sulle volanti in giro per le periferie. E non parliamo di quanto ci costa...
Diciamolo: quella che magari definiremo una bella giornata di sport è in realtà uno scandalo nazionale, in questa nazione che fatica a trovare i soldi per pagare la benzina da mettere nelle auto della polizia. Purtroppo, in questa nazione è considerato ormai normale andare allo stadio come si va in Afganistan, in totale assetto antisommossa. Più di cinquecento uomini per una partita di calcio. In momenti così tristi, c'è da chiedersi dove siano finite tutte le chiacchiere, tutte le indignazioni, tutte le norme che ci siamo inventati nell'eterno capitolo "violenza negli stadi".
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