di Oscar Eleni
D al mal di pancia al plagio. Per rompere un contratto da nababbo basta trovare le parole giuste. Dicono che potrebbe essere questa la strada del talentone Donnarumma, portiere di calcio, guardiano della porta milanista, per andare dove gli offrirebbero più degli undici milioni di euro lordi che ha trovato la casa rossonera nell'estate delle illusioni, quando il bimbo prodigio era passato dal benessere alla ricchezza. Una cosa enorme, ma lo sport professionistico non è interessato alla decenza.
Lo avranno pensato in molti cercando di capire se davvero Donnarumma e il suo procuratore hanno deciso che denaro, mezzi, pace con la tifoseria non sono amici da tenere da conto come diceva il bardo inglese. Schiaffi alla miseria che fa venire in mente, ai molti poveracci di questo Natale, quel proverbio del freddo: l'uomo che fa fortuna in un anno dovrebbe essere ibernato dodici mesi prima.
Ci mancava anche questa per il tifoso milanista che già aveva sventolato dollari fasulli dietro la porta del prodigio che nella confusione ha messo la firma su un contratto che da centomila lo portava a 11 milioni di euro. Vero che un Milan fuori dall'Europa legherebbe un predestinato alla gloria ad un'altra stagione nella coda del gruppo, ma uscire da un contratto del genere, giurando di aver firmato quando era meno sereno, sembra una scelta da Bastiglia sportiva. Bastava dire la verità: con questa difesa, di cui io sono anche il portiere, non andiamo lontano. Voglio lo squadrone. Mi cercano, mi daranno molto di più, non è vero che passare dal benessere all'opulenza è soltanto un cambiare miseria.
Certo una uscita intempestiva come questa renderà davvero più difficile un finale di stagione che già sembra
complicato da quando Gattuso ha scoperto che non basta il cuore a far funzionare i muscoli. Difficile per la squadra, tremendo per lui che sa bene come i poveri delle curve lo tratteranno da oggi fino alla fine del campionato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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