Se lo sport è "educato" merita più pubblico

Se lo sport è "educato" merita più pubblico

La notizia è che le Atp Finals di Torino avranno più pubblico di quanto si pensasse. Ieri è stata riaperta la biglietteria online per una serie di biglietti «di maggior pregio», e questo non può che far piacere agli appassionati di tennis. La curiosità però è come una manifestazione, pur prestigiosa, sia riuscita a derogare le attuali norme sulla presenza di pubblico nei palazzetti.

Semplice, in fondo lo dice il CTS. Infatti nelle disposizioni anti Covid che per ora limitano la capienza al 50% (cosa che ha fatto imbufalire per esempio i presidenti di basket e volley), c'è una specifica che spiega tutto. In pratica, oltre alla rilevanza dell'evento, all'impianto utilizzato e alle condizioni di afflusso e deflusso, il permesso di andare oltre i limiti viene concesso considerando il «presumibile atteggiamento del pubblico in relazione al tipo di evento in questione».

In sintesi: se sei un tifoso di tennis sei un gentleman (e questo si sa), se invece sei un fan di basket e volley di te non ci si può fidare. Se poi sei un tifoso di tennis ma anche di basket, è probabile che nel tragitto tra un palazzetto e l'altro ti dotino di manuale di galateo, a seconda magari della provenienza. Si scherza, ovviamente, perché la materia è seria. Ma di certo questa è l'ennesima dimostrazione che davanti a un virus le regole diventano difficili.

Bene insomma fanno a lamentarsi i dirigenti degli sport colpiti duramente dalla mancata vendita dei biglietti, bene fa il tennis a mostrare che - Green Pass alla mano - il ritorno alla normalità è possibile. Dopodiché, per il futuro, tocca a noi: che presumibile atteggiamento vogliamo avere per non dover più sottostare alle regole di un CTS?

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