Seedorf replica a Berlusconi «Non l'ho proprio capito...»

Seedorf replica a Berlusconi «Non l'ho proprio capito...»

MilanelloClarence Seedorf ha provato a fare il Mourinho per rompere l'assedio e liberarsi delle fastidiose domande sui giudizi all'arsenico di Silvio Berlusconi. «Cercate la polemica, non sono stupido», è stato il suo sfogo quando i quesiti sono diventati più incalzanti e la richiesta di commentare quella frase a effetto del giorno prima («A Cesano Boscone ho incontrato tante persone che potrebbero tenere in mano lo spogliatoio e farsi amare dai giocatori») lo ha messo con le spalle al muro. Seedorf ha resistito, «qui troverete un muro» ha anticipato, poi ha provato a rifugiarsi nell'ironia («mi viene da ridere a sentire certe domande, mi sento preso per i fondelli»), alla fine si è lasciato sfuggire soltanto una frase: «In verità non ho capito bene il pensiero del presidente. E comunque se volete una battuta eccola: è veramente facile gestire questo gruppo, sono proprio bravi ragazzi!». A tutti gli altri interrogativi più stringenti («perché ti mandano via se hai lavorato così bene e vai d'accordo con lo spogliatoio?», «in cosa hai migliorato Balotelli?»), Seedorf ha opposto un sorriso di ordinanza e un «no comment» ostinato. «Come mi trovate? Sereno? Bene, allora scrivetelo».
E invece dietro il microfono di Milanello Clarence ha perso la baldanza dei suoi primi giorni e anche le sicurezze instillate dal suo staff ed è scivolato via dal tema del giorno puntando l'obiettivo -lui usa e ripete il termine "focus"- sull'Atalanta e sull'eventuale Europa league tutta ancora da conquistare. Che all'ora di pranzo domenicale deve passare attraverso le forche caudine dello stadio di Bergamo, blindato dalle forze dell'ordine per il tam-tam di blog e siti degli ultrà che hanno minacciato una protesta clamorosa dopo le vicende romane (quale sia il collegamento, un mistero glorioso).
Così dopo l'omaggio inevitabile a Zanetti, le spiegazioni sul contratto con la Bbc («non starò in Brasile durante tutto il mondiale»), le lodi a Kakà e Robinho («hanno reagito benissimo alla mancata convocazione») e i dettagli sul dopo-derby («c'è stato un applauso alla fine»), l'olandese con la valigia in mano ha preparato il trasferimento a Bergamo riconfermando lo schieramento "presidenziale" (4-3-1-2) con qualche ritocco opportuno (Honda trequartista e non più Taarabt che è fuori ruolo in quella posizione) ma tenendo il punto sulla scelta dei difensori laterali (riproposti De Sciglio e Constant, Abate in panchina e mondiale ormai compromesso) riservandosi un solo probabile cambio a metà campo (Muntari invece di Poli) per far fronte all'attesa aggressività dell'Atalanta.
Certo, «il nome che ha in testa» Silvio Berlusconi può uscire da una rosa di tre papabili successori di Seedorf: Inzaghi è la scelta più comoda e più rischiosa anche se economicamente meno impegnativa, Spalletti quella più accreditata per il curriculum, il terzo incomodo non è Donadoni ma potrebbe diventare Montella se, dopo la distanza presa dal futuro viola, dovesse rescindere consensualmente con la Fiorentina.


Per la serie “lo spogliatoio di Milanello è tutto rose e fiori”, Mauro Tassotti, lo storico vice che ha vissuto mesi molto complicati (ignorato il suo contributo), ha maturato la decisione di lasciare il club che è stata la sua casa per oltre 30 anni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica