Torino Sei mesi davanti a tutti. Con in mezzo uno scudetto vinto trionfalmente e meritatamente, ma anche il pasticcio del calcioscommesse in cui la Juventus è stata tirata in mezzo senza averne alcuna colpa diretta. Così, in attesa di poter riaccogliere in panchina Antonio Conte il prossimo 9 dicembre in occasione della trasferta di Palermo, la Signora ha tutte le intenzioni di non mollare l'osso. E di festeggiare nel miglior dei modi la ricorrenza: il 7 aprile scorso, guarda caso a Palermo, Bonucci e Quagliarella confezionarono una vittoria che il giorno dopo permise alla Juve di riappropriarsi della testa della classifica complice il ko casalingo del Milan contro la Fiorentina. Oggi, nella città del Palio che al tecnico salentino ha portato gioie (promozione) e dolori (processo, polemiche e squalifica appena ridotta a quattro mesi), l'obbligo è conquistare tre punti per andare poi a nanna ancora davanti a tutti, nel peggiore dei casi a braccetto con il Napoli. «Il miglior regalo che possiamo fare a Conte è andare sempre forte, in allenamento come in partita - ha detto ieri Filippi, allenatore dei portieri spedito in conferenza stampa come era già accaduto alla vigilia del match contro la Roma -. Stiamo bene, ci siamo riposati e poi allenati con il piglio giusto». Tradotto: il mezzo passo falso europeo contro lo Shakhtar è già stato dimenticato e comunque in Italia la Juve si sente inattaccabile o quasi. Oggi si troverà comunque di fronte una squadra capace di avere raccolto un punto in più del Milan, gli stessi di Roma e Fiorentina, dimostrandosi certamente più solida di quanto si potesse pensare ad agosto anche grazie a una difesa che finora si è rivelata al livello delle migliori in assoluto: sono infatti stati solo 6 i gol subiti dal Siena, peggio solo di Napoli e Juve. Difficile che basti per arginare la fame bianconera, però il match non appare così scontato anche se la Juve vi arriva dopo la scorpacciata contro la Roma e con 5 punti in più in classifica rispetto allo stesso periodo dell'anno passato.
Nel suo vagabondare tra una tribuna autorità, uno sky box e l'altro, Conte comincerà intanto il conto alla rovescia: prima di sedersi in panchina dovranno passare altre tredici partite (nove di campionato e quattro di Champions League) e sessantaquattro giorni. Poi, sempre che dal filone di Bari non arrivino altre novità negative, tornerà a respirare l'aria del bordo campo e magari ritroverà la parola, anche se qualcuno pensa che il suo silenzio stampa possa durare fino a fine stagione.
Nel frattempo, Siena.
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