Senza cuore e confusionaria Inter umiliata dall'Udinese

Segna Maicosuel e non c'è reazione. Non bastano Milito e gli ingressi di Alvarez e Palacio. Kovacic deludente e sostituito

Senza cuore e confusionaria Inter umiliata dall'Udinese

Mazzarri aveva chiesto all'Inter di giocare la partita di Udine «come una finale». L'Inter delle vecchie glorie, trascinate da Zanetti, Samuel e Milito, 109 anni in tre, ha risposto con le poche energie rimaste davanti ai friulani di Guidolin, pimpanti, dinamici e con un pressing asfissiante che ha mandato in tilt centrocampo e retroguardia nerazzurra. Ci si aspettava una reazione dopo la sconfitta con la Lazio e invece per l'Inter è arrivata un'altra sconfitta, l'ennesima che vuole anche dire eliminazione dalla coppa Italia e addio alla possibilità di giocarsi un eventuale derby nei quarti. Era dalla stagione 2002/03 che l'Inter non lasciava con così largo anticipo, addirittura dagli ottavi, la coppetta: allora col Bari, ieri con l'Udinese.

È bastato il tocco di Maicosuel che al 32' anticipa Zanetti e deposita alle spalle di Carrizo un cross basso di Lopez che il portiere argentino non riesce a fermare per aprire ufficialmente, se ancora ce ne fosse bisogno, la crisi dell'Inter. Con questa squadra e questi giocatori i nerazzurri non potranno fare molta strada e i risultati stanno a dimostrarlo. Mazzarri all'inizio mette in campo l'Inter bis, lascia in panchina tanti big, si affida al Principe del triplete, all'orgoglio di Guarin, alla fantasia di Kovacic e mette la regia in mano a Kuzmanovic. Tutto inutile e anche se l'Udinese tiene in panchina Di Natale, l'improvvisata linea difensiva nerazzurra (Campagnaro-Samuel-Andreolli) balla la più allegra delle sambe, lasciando a Maicosuel, Nico Lopez, Badu e Widmer autentiche praterie per filare in porta. Davvero imbarazzante la prestazione dei milanesi con tante ombre e nessuna luce: a salvarsi forse il solo Milito del primo tempo che ci ha messo tanta buona volontà e altrettanta arrabbiatura nei confronti degli svagati compagni. Poi il diluvio, malgrado l'entrata di Palacio, Alvarez e del gioiellino Botta tesserato proprio il giorno prima. Certo, l'Inter nella ripresa si è mossa di più (troppo facile dopo l'immobilismo dei primi 45), il duo Palacio-Milito ha cercato la penetrazione, Guarin s'è mangiato il pareggio al 43' ma i buchi difensivi sono rimasti quelli di sempre e se i friulani non hanno raddoppiato lo devono solo alla cattiva mira di Maicosuel (comunque meritata standing ovation per lui quando è uscito a due minuti dal termine), Badu e Allan.

E il Mazzarri muto in panchina è l'emblema di questa Inter allo sbando e totalmemte da ricostruire.

Invocare al presidente Thohir l'acquisto di altri giocatori è troppo facile, proprio perchè le intenzioni dell'indonesiano non sembrano proprio quelle di allargare i cordoni della borsa, ma è deprimente vedere l'Inter non giocare male, ma addirittura «non giocare», in balia dei friulani che, a dir la verita, non stavano attraversando un buon momento di forma e che questa insperata vittoria ha invece rivitalizzato e che ora nei quarti affronteranno una tra Milan o Spezia. Futuro dell'Inter? Tutto da scrivere, comunque nero.

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