Coronavirus

Senza vaccini, roulette russa a ogni gara

Bonucci positivo, paura di focolai. Ma i virologi "aprono" gli stadi

Senza vaccini, roulette russa a ogni gara

Non c'è bolla che tenga. Il virus continua a porre il pallone e il mondo dello sport di fronte alla sua sfrontata temerarietà. Il ritorno della nazionale di calcio in Italia è stato accompagnato dall'elencazione democratica dei contagiati: mercoledì 4 persone dello staff tecnico, ieri è rintoccato il momento di Bonucci. Da qui a domani, giorno di campionato, c'è rischio di allungare la lista. Val la pena giocare sempre? E questa estate sono programmati Europei di calcio e Olimpiadi.

La soluzione c'è, ma bisogna sbrigarsi: senza tanti distinguo. Lo sport ha un valore? I ragazzi dello sport non si battono solo per risultati e medaglie, ma anche per un giro di affari che tiene in piedi una grande industria? Benissimo, allora vacciniamoli senza nascondersi dietro falsi pudori. Rispettiamo chi ha le precedenze, ma non riduciamo le gare ad una lotta contro il destino e la sprovvedutezza. Vada per la via più logica. Sarebbe un atto generoso anche nei confronti di chi avvicinerà questi ragazzi tra alberghi, stadi, aeroporti, aerei. Non dimentichiamo che agli Europei dovrà esserci obbligatoriamente il pubblico, per insensata volontà dell'Uefa. E siamo già al pro e contro. «Ce lo dirà il virus», ha sintetizzato il virologo Andrea Crisanti. Stranamente più ottimista il fustigatore Massimo Galli dal Sacco di Milano: «Buttiamo il cuore oltre l'ostacolo: non mi sento di escluderlo». Aperturista senza confini Matteo Bassetti del San Martino di Genova: «Si potrebbe fare anche per le ultime partite di serie A. Se in giugno non saremo in grado di avere almeno un 10-15% della capienza, è giusto che il Paese fallisca. Gli stadi sono il luogo più sicuro dove riaprire». E così il virologo Pregliasco: «Ipotizzabile». Speriamo che stavolta ci prendano.

Eppure le ultime manifestazioni, europei di atletica, mondiali di sci, qualificazioni del calcio, hanno dimostrato che il virus non perdona nonostante tamponi e bolle-contenitori per atleti. Ora la serie A rischia di pagare il conto. La Juve se la vede male: Bonucci e Demiral con il virus, c'è preoccupazione per Szczesny. Non sono tranquilli i club che hanno inviato giocatori alle nazionali. Al ritorno effettuati tamponi veloci con esiti negativi, oggi i responsi dei molecolari. Ma se oggi sei negativo, domani puoi essere positivo. E per sicurezza il Sassuolo esclude i suoi azzurri.

Caro pallone, hai un bel problema. Il campionato vuol arrivare al termine. Ma con quale faccia, domani potrebbe giocarsi il derby di Torino se aumentassero i contagiati? E se comparissero altri focolai? Il protocollo federale ormai è carta straccia, le Asl possono intervenire, diversi club hanno goduto del rinvio. La legge deve essere uguale per tutti. Ma il tempo stringe: il 23 maggio come confine estremo. L'11 giugno partono gli Europei. In un mondo normale e reale si direbbe: così non si gioca. Ma il calcio ci ha vaccinati ad ogni follia.

Allora pensiamo agli atleti: facciamoli rispettare, che fa rima con vaccinare.

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