Calcio

La serenità di Simone. Da una finale all'altra il suo mese capolavoro

Inzaghi pensa alla coppa Italia di mercoledì. È tranquillo per il 2° posto: turnover scientifico

La serenità di Simone. Da una finale all'altra il suo mese capolavoro

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Milano. L'Inter viaggia in casa dei campioni d'Italia pensando sì al suo sogno sul Bosforo, ma soprattutto al più immediato impegno di mercoledì contro la Fiorentina, Coppa Italia in palio. Per questo anche oggi pomeriggio (ore 18) Inzaghi proseguirà con la rotazione quasi aritmetica dei suoi giocatori, che tanto ha fruttato in questo scorcio di stagione. Sarà importante provare a fare risultato contro il Napoli, ma il vantaggio nel frattempo acquisito sul Milan regala all'Inter un minimo margine, anche d'errore. L'obiettivo immediato è alzare un'altra coppa, la seconda dell'anno. Perciò l'Inter migliore si vedrà contro Italiano e la sua Fiorentina, al netto del portiere che dovrebbe essere Handonovic, per ragioni gerarchiche ma anche perché Inzaghi si fida del suo capitano.

L'incrocio con Spalletti, l'allenatore da cui tutto è cominciato, è suggestivo e importante per molte ragioni. Intanto perché l'Inter è stata la prima squadra italiana che quest'anno ha saputo fermare il Napoli. Difficile pensare che non ci sia voglia di rivincita, così come è difficilmente credibile che i neocampioni d'Italia abbiano già mentalmente chiuso la stagione, come potrebbero lasciare intendere i loro ultimi risultati e soprattutto le striscianti polemiche interne.

Certo, in meno di 20 giorni il mondo sembra essersi capovolto: quando Spalletti vinceva a Udine il primo scudetto della carriera e tutto lasciava supporre che potesse essere l'avvio di un ciclo importante, Inzaghi non era nemmeno sicuro che avrebbe continuato ad allenare l'Inter. E molto probabilmente, se non avesse eliminato il Milan, non l'avrebbe fatto, visto che ancora dopo la partita di andata, Marotta rispondeva solo «penso di sì» a chi gliene chiedeva conto. Inzaghi si è rimesso in sella, mentre nel frattempo sembra che a Spalletti vogliano portare via direttamente il cavallo.

Restano 5 partite nella lunga stagione dell'Inter (57 in totale): le 2 finali più le 3 di campionato, in cui 4 punti dovrebbero garantire di restare davanti al Milan (parità negli scontri diretti, ma migliore differenza reti generale) e quindi dentro anche alla prossima Champions, che poi era il traguardo richiesto a Inzaghi.

Fino a Istanbul mancherà l'infortunato Mkhitaryan, che è stato pedina fondamentale nello scacchiere stagionale dell'Inter, perciò Inzaghi perde un elemento importante nelle sue rotazioni, in cui entrano ora Gagliardini e forse persino Asllani, acquistato a 14 milioni per fare il vice Brozovic e invece presto finito ai margini della squadra, con malcelato ma ovvio fastidio di chi l'ha voluto e pagato.

Rifiata finalmente Dimarco (Gosens titolare) e poi dentro dall'inizio anche D'Ambrosio e De Vrij, oltre a Lukaku e Correa in attacco, il che lascia intendere che nemmeno contro la Fiorentina sarà Lu-La dal primo minuto.

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